[31/08/2007] Parchi

Quest´anno boom di nidificazioni di tartarughe nelle coste italiane

ROMA. Secondo i dati forniti dal Cts Ambiente, che coordina il progetto “Tartanet” promosso dalla Commissione Ue e dal ministero dell’ambiente nell’ambito di Life Natura, sarebbero circa 5000 i nidi di tartarughe marine presenti ogni anno sulle coste del Mediterraneo.

Questi antichissimi rettili marini per depositare le loro uova preferiscono le meno affollate coste di Turchia, Libia, Cipro e Libia, ma i siti di nidificazione sono ormai messi dappertutto in pericolo da un turismo balneare sempre più invadente e da inquinamento, traffico nautico e pesca accidentale.

Quest’anno in Italia c’è stata una crescita di segnalazioni di deposizioni: «circa 20 nidi – dice soddisfatto il Cts Ambiente - concentrati in alcune regioni del Sud. Sicilia, Calabria e Puglia sono decisamente le regioni più gettonate dalle tartarughe marine che hanno scelto le spiagge di queste località costiere per deporre le loro uova. Record di presenze quest’anno in Calabria dove, lungo il versante ionico, si sono registrate molte nidificazioni principalmente nell’area del comune di Brancaleone, divenuta la prima città delle tartarughe marine e dove l’amministrazione comunale ha ufficialmente conferito con tanto di delibera la cittadinanza onoraria ad un esemplare adulto recuperato dai pescatori e curato dal personale del Centro recupero tartarughe marine del Cts Ambiente».

Ma le tartarughe sono tornate a nidificare per il secondo anno di fila anche nel Salento e vengono segnalate sempre più spesso da dipartisti e pescatori. «Molti anche i primati che questi animali hanno fatto registrare nel corso dell’estate – sottolineano al Cts - Quello di tartaruga piu’ affezionata se l’e’ guadagnato Jamail, una femmina di circa 65 kili che dopo undici anni (è tornata anche nel 2004 e nel 2006) e’ tornata a nidificare sulla spiaggia della piccola isola siciliana di Linosa dove era stata marcata per la prima volta nel lontano 1996. Quella più temeraria è certamente Lula che ha deposto il nido su una spiaggia affollata di Reggio Calabria a 100 metri dalla pista di atterraggio dell’aeroporto».

Anche il veliero dei delfini del Cts Ambiente, nel suo viaggio di oltre 1500 Km lungo le coste italiane ha incontrato questi pacifici rettili marini. «Durante la navigazione – dice Irene Galante biologa marina responsabile scientifica della campagna - abbiamo ripetutamente avvistato tartarughe marine mentre si riscaldavano placidamente in superficie. Gli avvistamenti sono stati numerosi anche in zone, come ad esempio il nord della Sardegna e il Tirreno centro settentrionale dove l’avvistamento negli anni passati non erano così frequenti. La risposta a questo fenomeno potrebbe risiedere nella maggiore temperatura del mare che ha indotto questi animali a trattenersi a nord piuttosto che scendere più a sud come tradizionalmente accadeva».

Insomma, a quanto pare il riscaldamento climatico e la meridionalizzazione del Tirreno fanno bene almeno alle tartarughe.

La rete di Tartanet è composta da 12 Centri di recupero che ospitano e riabilitano tartarughe marine ferite catturate accidentalmente dai pescatori o rinvenute da diportisti. «Quest’estate – spiega Stefano Di Marco, vice presidente nazionale del Cts Ambiente - i recuperi sono stati centinaia Dall’Argentario a Lampedusa e da Riccione a Reggio Calabria abbiamo recuperato tantissimi animali con i problemi più disparati».

Secondo dati recenti, sembra che ogni anno nel Mediterraneo vengono catturate accidentalmente dalle reti da pesca 60 mila tartarughe marine, 10 mila delle quali nei mari italiani, tra il 10 ed il 50% degli animali muore, ma comunque meglio di quanto succedeva fino a pochi decenni fa, quando le tartarughe finivano in brodo o spezzatino. Il Cts ha approntato il servizio di pronto intervento Sos Tartarughe in collaborazione con Europe Assistance con un numero verde (800 90 48 41) attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio, per la segnalazione di catture accidentali e il coordinamento delle attività di recupero lungo tutta la costa.

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