[29/08/2007] Consumo

Città sostenibili: ecco i dati ambientali secondo l´Istat (autocertificati)

LIVORNO. L’Istat ha pubblicato oggi l’indagine “Dati ambientali” nelle città. I dati sono relativi a 111 comuni capoluogo di provincia italiani e sono aggiornati al 2006. Prima di entrare nello specifico dell’indagine è doveroso dire qual è la metodologia usata per la raccolta dei dati: invio di sette questionari, ognuno dei quali riguardanti una specifica tematica ambientale (acqua, inquinamento atmosferico, energia, rifiuti, inquinamento acustico, trasporti e verde urbano), indirizzati ai diversi organismi, pubblici e privati, presenti nel comune.

Solo raramente – dice l’Istat - si è fatto ricorso a un unico ente in grado di fornire i dati per tutti o per molti dei comuni osservati (come, ad esempio, l’Aci per i dati sui veicoli, l’Enel per i consumi di energia elettrica, l’Enelgas e l’Itallgas per i consumi di gas metano), mentre le informazioni strutturali (popolazione residente e superficie territoriale) sono direttamente disponibili presso l’Istat.

Dunque si basa soprattutto sull’autocertificazione e questo non per sminuirne la validità dei risultati, né il rigore dell’Istituto nell’analisi dei numeri e delle fonti. Lo diciamo perché forse solo così si può spiegare come mai nella classifica dei Comuni più ecocompatibili si assiste a casi come Siena (nella foto) che dal 2005 al 2006 è passata dal 62° al 12° posto in classifica. Cinquanta posizioni secche in più senza che – qualcuno ci corregga se sbagliamo – sia accaduto qualcosa di clamoroso (forse è semplicemente cambiata la persona incaricata di compilare il questionario). Osservazione che facciamo anche per un caso inverso, quello di Imperia che ha perso 76 posizioni.
Tornando all’indagine, comunque, quello che conta sono soprattutto i trend e su questo in linea generale si può dire che è praticamente tutto in aumento. Cose buone (poche) e cose meno buone (molte).

Cominciamo con i dati sull’acqua: il consumo pro-capite per uso domestico è rimasto pressoché invariato rispetto al 2005 (+0,1%), raggiungendo il valore di 69,4 m3 per abitante. Tale consumo è comunque ben al di sotto dei 75,3 m3 per abitante registrati nel 2000; in particolare tale diminuzione si è verificata in maniera accentuata a partire dal 2002.

Nel 2006 è leggermente migliorato il servizio di depurazione delle acque reflue urbane: sono 73 i comuni nei quali la percentuale di popolazione servita da impianti di depurazione è superiore o pari al 90% (erano 70 nel 2005, 54 nel 2000). Le città che hanno migliorato la copertura nell’ultimo anno sono Massa, Novara, Taranto e Crotone.

Trasporti: note dolenti, che confermano quanto la stessa Istat aveva detto solo pochi giorni fa. Nel 2006 i capoluoghi di provincia registrano un tasso di motorizzazione (numero di autovetture per mille abitanti) pari a 619,7 (+0,7% rispetto al 2005). Nei rimanenti comuni italiani tale indicatore è leggermente più basso (594,1 nel 2006), anche se presenta una variazione più sostenuta rispetto al 2005 (+2,3%). Nel 2006 il numero dei motocicli nei capoluoghi di provincia è di 115,6 per mille abitanti (+7,3% rispetto all’anno precedente). Quindi si assiste ad una sempre maggior diffusione dei veicoli a due ruote destinati al trasporto di persone, aumentati rispetto al 2000 del 56,7%, con una variazione media annua del 7,8%. Imperia (224,2), Livorno (218,5), Savona (204,4) e Genova (201,7) sono i capoluoghi di provincia dove si registra il più elevato numero di motocicli per mille abitanti, mentre Villacidro (34,7) e Sanluri (32,8) sono i comuni agli ultimi posti della classifica.

Inquinamento atmosferico. Visti i dati precedenti non può essere un caso se in ben 40 comuni è stato superato il limite delle 35 giornate oltre il quale sono necessarie misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di PM10 (a cominciare dalla limitazione del traffico urbano). Il rapporto dice che però nel 2006 più del 90,0% della popolazione dei comuni capoluogo di provincia è interessata dalla rilevazione del biossido di azoto, del monossido di carbonio, del PM10 e dell’ozono. E quindi, rispetto al 2005, si registra un incremento della percentuale di popolazione coinvolta nel monitoraggio di molti degli inquinanti considerati, tranne che per l’acido solfidrico, il metano, gli idrocarburi non metanici, le particelle sospese totali, il totale idrocarburi ed il perossiacelnitrato (in quanto è venuto meno l’obbligo normativo di misura per questi inquinanti). Dunque si controlla di più, ma per il momento i dati restano pessimi.

Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, gli indicatori analizzati mostrano come il problema del controllo e della riduzione del rumore in città sia affrontato da poco più di un terzo dei comuni capoluogo di provincia, evidenziando la non sistematicità degli interventi, che sono effettuati soprattutto a seguito di richieste da parte dei cittadini e non grazie a politiche di prevenzione dell’inquinamento acustico. Analizzando i dati dei comuni con più di 250 mila abitanti la situazione non cambia. Infatti sono soltanto 7 (Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Roma, Venezia e Verona ) su 12 quelli che hanno approvato alla fine del 2006 la zonizzazione acustica, e 5 (Firenze, Napoli, Torino, Venezia e Verona ) quelli che hanno effettuato e concluso nello stesso anno interventi di bonifica.

Per quanto riguarda il verde urbano, nel 2006 la sua densità nei capoluoghi di provincia (percentuale di verde urbano sulla superficie comunale), si attesta al 4,2% (+1,0% rispetto al 2005), con una variazione media annua nel periodo 2000-2006 del 2,7%.
Tutti segni più (e non è un bene tranne nel caso della raccolta differenziata) quelli relativi ai rifiuti. Nel 2006 – dice l’Istat - la raccolta di rifiuti urbani totale è pari a 633,9 kg per abitante (+1,6% rispetto al 2005). Le città dell’Italia centrale presentano valori superiori alla media (708,6 kg per abitante); valori inferiori si registrano sia nel Nord (618,1 kg) sia nel Sud (590,5 kg). Rispetto al 2005 tutte le ripartizioni geografiche registrano lievi aumenti nella raccolta pro-capite di rifiuti urbani (+2,0% per il Centro, +1,6% per il Nord +1,3% e per il Sud).
Nel 2006 la percentuale di raccolta differenziata è pari al 23,7% nel complesso e si attesta al 33,6% per i comuni del Nord, al 23% al Centro e al 10,1% per il Sud. Il servizio è ormai presente in tutti i comuni analizzati, anche se permangono delle differenze nella copertura dell’utenza: nel 2006 i comuni con popolazione totalmente servita dalla raccolta differenziata sono il 78,4% di tutti i capoluoghi di provincia; tale percentuale sale al 95,7% se si considerano i comuni del Nord ed è pari al 72,7% e al 52,4% rispettivamente per il Centro e per il Sud.
Nel 2006 sono solo 34 i comuni capoluogo di provincia ad aver raggiunto l’obiettivo del 35%8 di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti (26 di questi sono del Nord, 5 del Centro e 3 del Sud). L’Istat non prende in considerazione invece i rifiuti speciali e questo pesa molto visto che sono complessivamente quasi tre volte quelli urbani. Un indicatore che farebbe la differenza quando si parla di comuni ecocompatibili. O almeno così dovrebbe essere.
Il rapporto segnala poi che nel 2006 la carta è il materiale più raccolto nel servizio differenziato (37,9% del totale della raccolta differenziata); seguono i rifiuti verdi, organici e legno (29,7%), la voce altro (13,4%), il vetro (9,4%), la raccolta multimateriale (5,8%) e le materie plastiche (3,7%).

Infine l’Energia, dove si assiste, a seguito delle temperature più miti registrate nel 2006, ad una consistente diminuzione sia dei consumi domestici di energia elettrica sia di gas metano. Ma, analizzando il periodo 2000-2006, il consumo pro-capite di gas metano per uso domestico e riscaldamento è aumentato del 4,2%, mentre è stabile il consumo pro-capite di energia elettrica per uso domestico.
Chiudiamo con la classifica dell’Istat dei primi 10 comuni più ecocompatibili (sulla quale le osservazioni restano sospese visto quando già detto in apertura sulla metodologia usata): Trento, Venezia, Modena, Bologna, Bolzano, Livorno, Brindisi, Genova, Avellino e Aosta.

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