[29/08/2007] Parchi

Incendi e caccia: 7 associazioni chiedono di fermare tutte le preaperture

ROMA. Mentre il ministro dell’interno Giuliano Amato affida ai prefetti il compito di fare quel catasto delle aree percorse dagli incendi che molti comuni non vogliono fare, Animalisti italiani, Enpa, Lav, Lac, Legambiente, Lipu e Wwf hanno inviato una lettera al ministro per gli affari regionali Lidia Lanzillotta per chiedere la «Sospensione delle preaperture nelle regioni maggiormente colpite dagli incendi come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, divieto di caccia per tutta la stagione venatoria nelle aree limitrofe alle zone colpite, nonché moratoria della caccia nelle regioni più danneggiate quali Sicilia e Campania».

Le associazioni animaliste ed ambientaliste chiedono un intervento urgente per sospendere le preaperture della stagione venatoria, in programma dal primo settembre: «la situazione, ad ormai poche ore dalla preapertura della caccia, è tuttora di piena emergenza con incendi ancora in atto in varie regioni italiane. In tale contesto, già difficilissimo dal punto di vista operativo e che fa apparire francamente inopportuna la preapertura della caccia, va inoltre considerata la drammatica situazione in cui viene a trovarsi molta della fauna selvatica del nostro Paese. La caccia colpirebbe alcune specie migratorie già in grave difficoltà nel reperire il cibo, in particolare dove gli incendi hanno distrutto zone caratterizzate da boschi e macchia mediterranea. Il blocco delle preaperture appare dunque un provvedimento doveroso, ragionevole e altamente responsabile».

Chi invece si prende i complimenti delle 7 associazioni è il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio che ha chiesto alle regioni di vietare la caccia, per l’intera stagione venatoria, nelle aree limitrofe a quelle incendiate percorse dal fuoco. Animalisti ed ambientalisti segnalano due situazioni regionali di particolare gravità: Sicilia e Campania e chiedo «una moratoria della cacciano in queste regioni e la convocazione di tavoli tecnici che valutino il quadro dei danni per il patrimonio naturale e faunistico. Riguardo in particolare la Sicilia si tenga inoltre conto dell’importanza rivestita dall’isola per la biodiversità italiana e la fauna migratrice».

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