[29/08/2007] Consumo

Scoop o bluff dell´Espresso? NaturaSì e Federbio al contrattacco

LIVORNO. NaturaSì e FederBio tornano oggi sull’attacco al biologico sferrato da L’Espresso, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, attraverso due prese di posizione forti e molto critiche con il settimanale. Tanto che il direttore generale di Naturasì, una delle più importante catena di supermercati specializzati in Italia sul biologico, Roberto Zanoni, ha scritto al direttore dell’Espresso evidenziando inesattezze, errori ed ambiguità. E FederBio annuncia possibili azioni “in ogni sede”.

Zanoni invita innanzitutto a leggere con più attenzione i dati dell’indagine di Altroconsumo su cui si basa l’inchiesta, evitando affermazioni incomprensibili sui prodotti biologici come «non sempre sono migliori dei convenzionali e assomigliano sempre di più a quelli industriali, ma spesso sono anche meno salubri». Dalle analisi effettuate da Altroconsumo appare infatti che: la quantità di frutta delle confetture biologiche è il 21% in più di quelle convenzionali; gli yogurt biologici hanno il 17% di zucchero in meno di quelli convenzionali; nei biscotti biologici vi è l’8% di grassi in meno e i grassi vegetali utilizzati non sono mai idrogenati; nelle fette biscottate integrali, tutti e tre campioni di prodotti non bio contengono residui di insetticidi, assenti, come le micotossine, dai prodotti biologici. La presenza di una micotossina in una confezione di corn-flakes (come in due prodotti convenzionali su tre) entro i limiti di legge in vigore, qualifica il prodotto come assolutamente regolare.

Ma allora – si domanda Zanoni - dove sono queste “contaminazioni” richiamate anche dal titolo su la Repubblica del 24 agosto (“Grassi e ingredienti contaminati – ecco le trappole del cibo biologico”)? «Al contrario di quanto si legge a pagina 34 inoltre - continua Zanoni - nei vasetti di yogurt biologici non possono trovarsi coloranti (non ammessi per legge), gli aromi utilizzati sono naturali e non di sintesi, presenti invece nei prodotti convenzionali, e che quando si ricorre ad addensanti si tratta di farine, alghe alimentari o loro derivati».

Infine un’ultima puntualizzazione sull’uso dei titoli e dei sommari, dal tono eccessivamente scandalistico ed accusatorio (come evidenziato anche da greenreport), contraddetto in molte parti dell’articolo: è la stessa autrice del pezzo a scrivere che il biologico è uno stile di vita eco-compatibile che garantisce rispetto per terre, acque e animali. Nell’articolo di appoggio ‘Polemica verde’ inoltre si ammette che i prodotti biologici hanno più antiossidanti, più nutrienti e meno sostanze tossiche. E ancora, che da studi californiani risulta che la qualità del suolo bio migliora con il tempo e con essa i suoi prodotti. «Ma tutto questo - si chiede il direttore Zanoni - cosa c’entra con il titolo ‘Bio che bluff’?». «Negli ultimi mesi - conclude Zanoni - siamo arrivati a gestire direttamente aziende agricole biologiche e biodinamiche per assicurare al consumatore l’intero percorso “dal campo alla tavola. Non meritiamo perciò falsità, articoli imprecisi e titoli, a dir poco, fuorvianti».

Dura anche la presa di posizione di Federbio, che arriva dopo quelle altrettanto puntuali di Aiab e associo: «La copertina dell’ultimo numero del settimanale L’Espresso – dice il presidente Paolo Carnemolla - e i lanci che in questi giorni stanno facendo tutti i quotidiani del gruppo editoriale omonimo sono un attacco ingiustificato e grave al settore, che respingiamo con la forza e la serenità che ci danno le stesse risultanze dell’inchiesta pubblicata». «Pur di sostenere uno scoop che non c’è – prosegue - il settimanale travisa spesso in maniera grossolana dati che, al massimo, dimostrano che alcuni prodotti trasformati bio vengono prodotti con tecniche e ingredienti della moderna industria alimentare, ovvero nel pieno rispetto della legislazione generale vigente in materia di alimenti. Trascurando del tutto il fatto che nessuna traccia di pesticidi è stata rilevata, che gli ingredienti sono comunque diversi perché ottenuti con metodo biologico e che anche le sostanze impiegate come addensanti sono assolutamente naturali e ammesse dalla normativa europea di settore, mentre non sono assolutamente utilizzati coloranti, come invece sostiene erroneamente l’articolo».

«Il lancio di copertina sulla presenza eccessiva di grassi, sali, zuccheri e additivi – ha aggiunto - è addirittura smentito dal contenuto dell’articolo, a dimostrazione della strumentalità dell’operazione o della mancanza di professionalità della redazione, comunque a danno ingiustificato di un intero settore economico». «Stiamo valutando come Federazione – conclude Carnemolla - quali azioni intraprendere in ogni sede per tutelare il biologico italiano da una pessima informazione. Invitiamo fin da ora le redazioni de L’Espresso e di Altro Consumo ad un confronto pubblico con le aziende del settore e le associazioni degli operatori in occasione dell’imminente manifestazione SANA, che si terrà a Bologna dal 13 settembre prossimo. Chissà che non ci possa essere finalmente quel contraddittorio che fino ad ora ci è stato sempre negato su certa stampa, sempre più autoreferenziale».

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