[24/08/2007] Parchi

E’ nato a Vienna il primo panda europeo del secolo

LIVORNO. A Vienna, nello zoo di Schönbrunn è nato il primo panda gigante europeo di questo secolo, lo ha dato alla luce ieri Yang Yang, una femmina di sette anni,ed ha collaborato il suo compagno Long Hui. Si tratta della prima nascità in Europa, e incattività, di un esemplare di panda da 25 anni a questa parte, l’ultimo bebè di panda era nato a Madrid nel 1982.

La nascita era attesa con trepidazione da tutto il personale dello zoo austriaco (che ne sta già ricevendo una colossale pubblicità) e la direttrice Dagmar Schratter ha annunciato che «La giovane madre si occupa subito del suo minuscolo bebé, lo nasconde strettamente contro il suo petto. Siamo molto contenti che il bebé sia nato senza ricorrere all’inseminazione artificiale, questo è estremamente raro, il panda gigante femmina è fertile solo per tre o quattro giorni all’anno», un fattore che rende problematica, con la diminuzione del numero di questi animali e la frammentazione dei loro habitat, anche il successo riproduttivo dei panda selvatici cinesi.

Non si conosce ancora il sesso del cucciolo, che pesa solo 100 grammi ed è lungo 10 centimetri. Yang Yang e il suo cucciolo resteranno tranquilly nel loro rifugio per I prossimi tre mesi, prima di essere presentati al pubblico. Ora anche lo zoo di Vienna ha il proprio bebé vedette che rivaleggerà con Knut, il cucciolo di orso bianco che sta attirando torme adoranti di bambini allo zoo di Berlino, ed i media austriaci già adorano il piccolo panda. Ora è prevedibile che partirà la corsa a trovare il nome al piccolo panda e scommettiamo che il marketing sta già preparando gadget e peluches a profusione.

Yang Yang e Long Hui sono arrivati a Vienna nel 2003 in base ad un accordo di prestito con la Cina, secondo il quale il cucciolo dovrebbe rimanere a Vienna per almeno due anni, mentre i suoi genitori resteranno altri sei anni.

Insomma, anche tra le specie animali, gli uomini trattano le più rare e preziose (e soprattutto fotogeniche e “carine”) come se fossero grandi calciatori sudamericani. Forse è un modo per farsi perdonare di averle messe in pericolo di estinzione in natura.

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