[23/08/2007] Parchi

I gorilla del Virunga si salvano solo coinvolgendo le comunità locali

LIVORNO. La missione di esperti dell’Unesco e dell’Iucn inviati nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) ha terminato la sua inchiesta sulle cause della recente uccisione di 9 gorilla nel parco nazionale dei monti Virunga ha ottenuto un largo sostegno che permetterà di proporre soluzioni condivise a livello locale per salvare i 370 primati in pericolo che vivono nell’area protetta.

«Il valore universale eccezionale del parco – si legge in un comunicato congiunto – che ha portato alla sua iscrizione sulla lista del patrimonio mondiale dell´Unesco nel 1979, è in gran parte dovuto alla ricchezza della sua biodiversità, soprattutto per il fatto che serve da habitat del gorilla di montagna».

Dopo aver ascoltato tutte le parti interessate ai gorilla, sia localmente che nella capitale della Rdc Kinshasa, la missione presenterà le sue conclusioni al presidente del Comitato del patrimonio mondiale, la canadese Christina Cameron.

A Kinshasa, la missione ha incontrato i direttori dell´Institut congolais pour la conservation de la nature, William Lacy Swing, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu in Rdc, e il ministro dell´ambiente, Didace Pembe.

Secondo l’Unesco Swing e Pembe hanno dato il loro sostegno, riconoscendo la necessità di preservare i gorilla di montagna e le altre specie in pericolo, in ragione della loro importanza per la biodiversità e per il loro valore potenziale per l’economia locale».
La missione si è recata a Rumangabo, la base dei rangers del parco dei Virunga, ed al centro di sorveglianza dei gorilla di Bukima, intrattenendosi con il personale che lavora con i grandi primati e con esponenti delle comunità locali.

Gli esperti hanno anche visitato il gruppo familiare di gorilla di Rugendo, colpito dalle recenti uccisioni ed il luogo dove sono stati ritrovati i cadaveri. A Goma,la missione Unesco-Iucn ha incontrato I rappresentanti delle Ong attive nella parte sud del Virunga, discutendo della percezione locale dei recenti avvenimenti, della cooperazione con l´Institut congolais pour la conservation e con le comunità locali.

Ma l’incontro forse più delicato è stato quello con i dirigenti dell’esercito, con i rappresentati delle forze dell’ordine locali e con i capi delle comunità tradizionali, spesso accusati di essere tiepidi con i bracconieri o addirittura di incoraggiarli (o farne parte). Proprio per questo la missione ha sottolineato che la cosa più importante è quella «di includere le comunità locali per preservare i gorilla e di permettere loro di condividere i guadagni generati dalle attività legate alla presenza degli animali selvatici».

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