[09/01/2006] Rifiuti

L’Ue contro l’Italia: inquinamento ambientale e normativo

LIVORNO. La Commissione Ue ha reso noto che contro l´Italia è stata avviata una lunga serie di nuove procedure d´infrazione da parte della Commissione europea perché "l´Italia ha violato le regole concepite dall´Europa per proteggere l´ambiente e la salute umana dai potenziali effetti negativi dei rifiuti".

Stefano Ciafani, esperto delle problematiche dei rifiuti per la direzione nazionale di Legambiente approfondisce la questione, mettendo in evidenza che «le procedure di infrazione si riferiscono alla definizione di rifiuto, o meglio alla strana «interpretazione della definizione di rifiuto che l’Italia nel 2002 ha dato della direttiva Ue, per trasformare i rifiuti in materie prime secondarie, senza nessun paletto o limiti spaziali, di tracciabilità. Dopo due moniti è partita la procedura. Poi – aggiunge Ciafani- ci sono la direttiva sulle discariche recepita nel 2003 ma non attuata, con proroghe infinite; i rottami ferrosi provenienti dall’Est Europa, a volte radioattivi, che entrano nel nostro paese come merce; le discariche non controllate di Pioltello (MI), Manfredonia (FG), Castelliri (FR) che ospitano rifiuti pericolosi, o quella di Campolungo (Ap) a rischio idrogeologico e che rilascia percolato in un fiume, tutte segnalate dalla Commissione Ue che ha chiesto più volte bonifiche mai avvenute. Insomma, un vero e proprio dumping normativo, la violazione continua e reiterata delle Direttive Ue».

E con la nuova Legga Delega in via d’approvazione? «La Legge delega non farà altro che aggravare questa situazione – conclude Ciafani - alcune delle cose prospettate sono addirittura già oggetto delle procedure d’infrazione di cui stiamo parlando. La conflittualità con l’Europa è destinata a salire».

Sulla stessa linea anche il presidente di Ato 4 rifiuti Livorno, Massimo Bagatti: «Su alcune situazioni, come l’esclusione dal regime di rifiuti di certi elementi, questo decreto andrà a inasprire ancora di più le contestazione da parte dell’Ue. Questo anche perché il decreto delega che doveva essere circoscritto ad alcuni punti, è diventato un decreto pieno di deroghe, col risultato che il materiale considerato in Europa pericoloso, da noi potrebbe essere smaltito e nascosto nel primo buco disponibile: confesso di essere molto preoccupato da questa prospettiva».

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