[21/08/2007] Energia

Il petrolio kazako mette nei guai l´Eni

LIVORNO. Mentre in Italia l’Eni martella i consumatori/clienti con i suoi 24 consigli per risparmiare energia e per salvare l’ambiente, i suoi progetti all’estero continuano a far discutere. Se i giacimenti petroliferi che sfrutta in Nigeria sono costantemente nella mire dei guerriglieri del Mend che rivendicano un controllo locale e più equo delle risorse del Paese, ora anche sul fronte orientale scoppiano problemi legati allo sfruttamento dell’oro nero. Il Kazakistan infatti potrebbe revocare al consorzio guidato da Eni il permesso per le esplorazioni nel giacimento offshore del Kashagan, nel Mar Caspio, ufficialmente a causa della violazione delle leggi nazionali sull´ambiente. La notizia è stata battuta dalle agenzie di stampa internazionali nella mattinata di oggi, dopo aver raccolto le dichiarazioni del ministro dell’ambiente kazako, Nurlan Iskakov, durante un meeting governativo.

«I lavori per lo sfruttamento del giacimento petrolifero nel Kashagan possono essere completamente bloccati – ha spiegato Iskakov - Se gli impegni presi dal consorzio non sono coerenti con quanto prescritto per legge, saremo obbligati a revocare il permesso perché ulteriori operazioni potrebbero causare danni ambientali». Nel corso dello stesso meeting il premier Karim Masimov ha ordinato al ministro dell´Energia, Baktykozha Izmukhambetov, «di dirimere immediatamente la questione e prendere provvedimenti in accordo con le leggi del Kazakistan».

In realtà pare che le preoccupazioni ambientali possano essere solo un paravento che nasconde i veri motivi dell’insofferenza del governo kazako: ovvero i continui ritardi nello sfruttamento del più grande giacimento petrolifero scoperto negli ultimi 30 anni nel Paese. L´avvio della produzione del maxi-giacimento Kashagan in effetti era originariamente previsto nel 2005. Quindi un primo rinvio al 2008, e poi l’annuncio da parte di Eni della messa in funzione nel terzo trimestre del 2010. Ritardi che secondo il governo kazako avrebbero fatto lievitare i costi da 57 a 136 miliardi di dollari..

L’Eni era stata stata nominata "operatore unico" nel 2001, per diventare capofila del consorzio internazionale Agip KCO nel 2004: le riserve stimate di Kashagan ammontano almeno a 7- 9 miliardi di barili, per un totale di riserve geologiche di 38 miliardi di barili.
Da parte di Eni nessun commento ufficiale, mentre il titolo in Borsa è riuscito a contenere le perdite a -0,25%.

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