[21/08/2007] Comunicati

Ma come è lento il vecchio rock di Celentano sull’ambiente

LIVORNO. A Celentano (Nella foto) va certamente riconosciuto il merito di essere stato il primo personaggio del mondo dello spettacolo italiano (lasciando perdere Pier Paolo Pasolini che su questo diceva cose ben più duramente “intellettuali”, concrete e profetiche, e per questo non amate dal popolo) a sollevare le tematiche ambientali a livello popolare. Il ragazzo della via Gluck la conosciamo tutti, è un magnifico pezzo di nostalgia per un’Italia che non c’è più (e che in quel 1966 l’Italia del boom si era in gran parte ingoiata), “banalizzata” negli anni fino ad arrivare ai figli della foca di un indimenticato monologo.

Un ecologismo cattolico-conservatore, diverso da quello di Beppe Grillo, più informato e che scende nella polemica politico-amministrativa più volentieri, ma che è stato il capostipite della spettacolarizzazione dei temi ambientali, facendoli arrivare al grande pubblico sempre attratto dalle elucubrazioni “ignoranti” del molleggiato.

Ora Celentano lancia l’ennesimo allarme e, ripartendo dalla sua via Gluck che non è riuscito a salvare, dice all’ascoltatissimo TG1, quello nazionalpopolare, che fa senso comune ed opinione diffusa: «Milano è stata distrutta, stravolta, e lo sarà ancora di più con i progetti che la Moratti ha nel cassetto. È un disastro a cui ci siamo tutti rassegnati».

Ma poi l’Adriano nazionale scende in vacanza al mare di Liguria e il rock milanese si annacqua in una serie di disinformate affermazioni. Prima in una lettera al “Secolo XIX” denuncia cemento e inquinamento del mar ligure e poi la spiega all’adorante Tg1: «Mi sono arrabbiato perché tutta la Liguria è in una fase di devastazione. Ma la cosa che più di tutte mi fa arrabbiare è la Goletta Verde. Un’autorità riconosciuta in campo internazionale che se la cava assegnando ai vari comuni il titolo di Mare Blu, nel senso che non ci sono batteri. Ma non si muore di soli batteri, si muore anche di bruttezza, che ti rattrista, che ti angoscia, perché vedi un fiore come la Liguria appassire sotto i fiumi di cemento sparati dai Comuni, che sono i veri mandanti di stragi che non hanno nulla da invidiare alla strage degli innocenti. Una morte certa, anche se meno violenta. Non ci sono i batteri, ma questo significa che se tu dai un’onorificenza del genere a un comune, significa che tu in quel mare puoi tranquillamente nuotare, anche se poi è pieno di merda... ».

La tecnica comunicativa è efficace e nota: un colpo al cerchio ed uno alla botte, uno agli amministratori e uno alla associazione ambientalista più nota. Tanto a Celentano si perdona tutto, anche il fatto di non informarsi. Ma il molleggiato fa parecchia confusione, confonde bandiere blu (assegnate dalla Fee) e le analisi di Goletta Verde che quest’anno hanno fatto imbestialire, tanto per rimanere nel Mar Ligure e nel Tirreno, i sindaci e gli albergatori di Porto Venere, Cinque Terre, Isola d’Elba e parecchie altre località con dati fuori norma, anche perché quelle analisi che Celentano ignora sono finite sulla copertina di un settimanale di grande peso come “L’Espresso”.

Celentano ignora le battaglie degli ambientalisti contro gli ecomostri, gli insediamenti e le infrastrutture che oggi lui scopre orripilato, ignora il lavoro spesso solitario e senza risposte istituzionali che associazioni come Legambiente fanno contro abusi grandi e “piccoli”, come quello sulla costiera amalfitana che è costato la vita e la salute a diverse persone. Ignora i furibondi attacchi “bipartisan” che Legambiente ha subito all’Elba che ha reso noto che in mare c’era un pochina di quella merda che Celentano scopre in Liguria, perché la depurazione naturale del mare funziona molto bene ma quella pubblica lascia a desiderare. Celentano ignora che Legambiente non assegna bandierine blu, ma le 5 vele, e che quel riconoscimento riguarda proprio il rapporto tra mare, servizi, tutela dell’ambiente, qualità del paesaggio e delle costruzioni… 180 parametri diversi incrociasti. Celentano banalizza, semplifica, se ne frega se le cose stanno davvero come lui pensa e se così sputtana un lavoro serio come la Guida Blu, che probabilmente non leggerà mai, fatto da Touring Club, Legambiente ed esperti di Ambiente Italia.

Diversamente da Beppe Grillo, che cerca di far capire cosa nascondono i “potenti”, sciorinando dati e chiamando a raccolta una corte selezionata esperti e scienziati che confermano le sue incursioni ed opinioni mediatiche, a differenza di questo outsider “pesante” dello show business italiano, che si è creato un universo comunicativo parallelo ed un seguito politico adorante (e che, guarda caso, polemizza volentieri con le posizioni “morbide” di Legambiente), Celentano ha a disposizione la maggiore Tv nazionale per sciorinare senza contraddittorio, senza una domanda, senza una precisazione, le proprie romantiche e ruvide impressioni da ambientalista “analfabeta”, tutto sommato innocue, perché galleggiano sul Mar Ligure ed arrivano fino alla Moratti che guarda e sorride amabilmente all’ennesima intemerata dell’invecchiato ragazzo della via Gluck, a questo rock lento, a queste note sempre uguali, che mettono insieme i colpevoli dello scempio del territorio e chi lo denuncia, scoprono l’ovvio e ne fanno uno scandalo estivo. Di cui non rimarrà traccia, almeno fino alle prossime vacanze.

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