[17/08/2007] Consumo

Anche i barbecue, nel loro piccolo, inquinano

ROMA. Sono quattro milioni le famiglie italiane che amano le grigliate, il barbecue, e che nella buona stagione si esercitano davanti a fuochi, griglie, bistecche, salsicce e bruschette. Un´occasione per stare insieme ma (c´e´ sempre un ma) occorre fare un po’ di attenzione. La carne annerita e bruciacchiata non fa bene: contiene benzopirene e ammine eteroclicliche che sono composti cancerogeni. In più i fumi del barbecue contengono diossina in dosi 7 volte superiore a quella ammessa per i camini degli inceneritori e respirare per due ore i fumi di una grigliata equivale al contenuto in diossina di 220mila sigarette (Robin des Bois: Food Standards Agency).

Dobbiamo quindi rinunciare alle grigliate? Certo che no, perché è la quantità che fa il veleno, vale a dire che se la grigliata si fa ogni tanto, come accade nella maggioranza dei casi, il danno e´ limitato e riassorbibile. Altra storia e´ quella di chi si fa una bistecca alla brace tutti i giorni: in questo caso suggeriamo un controllo allo stomaco e al colon. I consigli sono quelli di:

* evitare la fiamma viva che carbonizza la carne;
* ricoprire la brace con un po’ di cenere per avere una temperatura meno alta;
* usare palette per girare il prodotto e non i forchettoni che bucano e fanno fuoriuscire grassi e succhi che rendono la carne più dura e a contatto con il fuoco producono sostanze tossiche;
* stare lontani il più possibile dai fumi (non e´ necessario fissare lo sguardo sulla salsiccia in cottura!).

Un buon sistema e´ quello della grigliata all´argentina: il fuoco e´ al centro e la carne e´ posta ai lati su apposite griglie o supporti. La giusta distanza evita di carbonizzare il prodotto e i grassi colano a terra lontano dalla brace. In alternativa la fonte di calore può essere posta su gratelle verticali parallelamente al prodotto da cuocere (si pensi al kebab).

*segretario Aduc

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