[16/08/2007] Rifiuti

Inceneritore di Montale, botta e risposta fra comitati e sindaco

LIVORNO. Il coordinamento dei Comitati di Firenze Prato e Pistoia torna a parlare del caso-Montale, dove nelle settimane scorse l’inceneritore è stato temporaneamente spento in seguito a uno sforamento delle emissioni delle diossine. E lo fa chiedendo da una parte un intervento del ministero della Sanità, dall’altra annunciando un nuovo esposto alle autorità competenti in quanto anche nel passato ci sarebbero stati consistenti emissioni di diossina.

«Abbiamo mandato al ministero della Sanità copia della diffida di commercializzazione dei prodotti coltivati nell’area dell’inceneritore perché riteniamo che la salute pubblica sia anche prevenzione, e perché il Comune non ha mai risposto alla nostra proposta» spiega Gianfranco Ciulli, esponente del coordinamento.
La seconda richiesta presentata dal coordinamento dei comitati nella piana riguarda le valutazioni delle diossine al suolo. «Ci è stato detto che non sono state fatte perché mancando i parametri di riferimento sarebbero state inutili – continua Ciulli – Bene, allora a maggior ragione e visto che in passato ci sono stati altri sforamenti nelle emissioni, chiediamo di cominciare subito a fare queste analisi così tra qualche anno avremo un campione di riferimento. Temiamo invece che queste analisi non vogliano farle perché sanno già che cosa troveranno…».

Anche Giuliano Ciampolini, del comitato di Agliana, interviene sulla questione e in particolare sulla gara d’appalto che è stata aperta in questi giorni e che Ciampolini vorrebbe fosse annullata «perché le modalità tempistiche che sono state scelte susciteranno sospetti sull´eventuale azienda vincitrice e alimenteranno le polemiche, in una situazione di aumentato allarme nella popolazione, che richiederebbe dialogo paziente e costruttivo».

Per Giuliano Ciampolini, una riapertura dell´inceneritore è possibile solo a certe condizioni. In particolare che «siano individuate cause e responsabilità e dimostrato che le emissioni non superano i limiti di legge; che siano fatte, entro settembre, le analisi sui terreni intorno all´inceneritore; che l´Arpat, per alcuni mesi successivi, garantisca un controllo mensile sulle emissioni; che sia installato un sistema di "campionamento in continuo delle diossine" che (per esempio ogni 15 giorni) consente di conoscere i risultati in 36 ore; che la Provincia attivi una Commissione mista per discutere sui cambiamenti necessari(al Piano Provinciale sui rifiuti) per realizzare il 55% di raccolta differenziata e la riduzione del 15% dei rifiuti, entro il 2010».

Il sindaco di Montale Piero Razzoli risponde ricordando l’attivazione del tavolo tecnico che per prima cosa ha proprio deciso di incaricare l’Arpat «di fare i campionamenti al suolo per stabilire il punto zero ed avere quindi parametri di confronto per i successivi controlli. A settembre ulteriori approfondimenti li farà anche l’Asl, che comunque ha già controllato scrupolosamente la zona senza rilevare inquinamenti di sorta. Del resto io prendo provvedimenti sulla base delle analisi e delle relazioni tecniche, se l’Asl mi dice che non ci sono pericoli per i prodotti locali come potrei impedirne la commercializzazione?».

Piero Razzoli conferma poi che è stato lo stesso consiglio comunale a chiedere d’ora in avanti controlli più frequenti e «anche per quanto riguarda il sistema di campionamento in continuo è previsto nei progetti di ristrutturazione dell’impianto. In questo senso il nostro impianto rimane uno dei punti fermi del piano provinciale, per incenerire la parte che residua dalle raccolte differenziate, sulle quali siamo fortemente impegnati. Quando parlo della necessità di un cambio di indirizzo complessivo intendo la consapevolezza che tutti gli organi devono avere, per riuscire a comunicare in termini positivi il sistema di gestione dei rifiuti, che può essere governato solo attraverso politiche integrate. Se invece qualcuno continua a bearsi dei risultati delle sue raccolte differenziate ma poi omette di dire come smaltisce la parte di rifiuti residui si finisce solo per fomentare allarmismi sbagliati e controproducenti».

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