[16/08/2007] Aria

Emissioni, in vigore il nuovo regolamento della comunità europea

LIVORNO. Con il nuovo regolamento 916/2007, in vigore dal 4 agosto, la comunità europea oltre ad apportare modifiche al regolamento 2003/87/Ce, dispone l’operatività del collegamento fra i registri delle operazioni entro dicembre 2007.
Il regolamento stabilisce le disposizioni generali, le specifiche funzionali e tecniche e i requisiti relativi alla gestione e alla tenuta del sistema standardizzato sia dei registri istituiti sotto forma di banche dati elettroniche contenenti elementi di dati comuni sia dal catalogo indipendente comunitario delle operazioni. Prevede inoltre un sistema di comunicazione efficace tra il catalogo indipendente comunitario delle operazioni e il catalogo indipendente delle operazioni dell’Unfccc.

Il protocollo di Kyoto prevede che ciascuno degli Stati industrializzati contraenti – fra cui la Comunità Europea – ponga un limite massimo alle proprie emissioni che danneggiano il clima “al fine di stabilizzare le concentrazioni di gas che producono l’effetto serra nell’atmosfera a livelli tali da evitare interferenze umane con il clima”.

Accanto all’obiettivo principale della riduzione delle emissioni – che per l’Ue corrisponde al 20% entro il 2020 - il protocollo prevede anche che gli Stati industrializzati possano raggiungere l’obiettivo non solo abbattendo direttamente le emissioni con apposite politiche energetiche, ma anche con altri mezzi. Primo fra tutti, acquistando diritti di emissione da altri Stati cioè le così dette emission trading.

Nell’ambito del sistema dell’emission trading, gli impianti sono tenuti a trasmettere ai registri nazionali i dati relativi alle emissioni verificate. Questi dati confluiscono poi nel Catalogo indipendente comunitario, che ha accertato che nel 2006 le emissioni verificate totali prodotte dagli impianti rientranti nel sistema nell’Ue a 25 sono state pari a 2.026 miliardi di tonnellate di CO2, con un incremento dello 0,8% rispetto all’anno precedente, in barba a tutti gli obiettivi tanto decantati. E dalle informazioni raccolte nei registri nazionali e trasmesse al Catalogo indipendente comunitario risulterebbe che solo 380 impianti non hanno rispettato l’obbligo di scambio delle emissioni entro la scadenza del primo maggio.
Ancora molto poco sia rispetto agli obiettivi di Kyoto, sia rispetto alle quote vincolanti di riduzione del 20% che in maniera unilaterale l’Europa ha deciso di darsi entro il 2020.

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