[16/08/2007] Rifiuti

Rifiuti, quanto è difficile la strada che porta a una vera riduzione

LIVORNO. Nonostante il cambio di deleghe in regione (il nuovo assessore all’ambiente Annarita Bramerini ha sostituito Marino Artusa) gli obiettivi che si è data la Toscana in fatto di gestione dei rifiuti saranno probabilmente confermati: riduzione del 15% della produzione e aumento delle raccolte differenziate al 55%. Obiettivi ambiziosi e importanti dal punto di visto dello stimolo a fare meglio, ma in realtà assai difficili da raggiungere. L’ennesima dimostrazione arriva da Prato, dove l’Asm ha diffuso le proprie stime riguardo ai rifiuti raccolti nei primi sei mesi del 2007 e confrontati con lo stesso periodo del 2006.

Dati positivi perché diminuiscono i rifiuti indifferenziati e perché aumentano quelli differenziati: ma proprio questa compensazione dimostra che l’obiettivo della riduzione è ben lontano. Grazie infatti alle iniziative messe in atto dall’Asm (cassonetto personale, raccolta porta a porta, estensione di “Raccogli meglio”, incremento dei cassonetti per l’organico, aumento dei ritiri gratuiti a domicilio dei rifiuti ingombranti, implemento del servizio di spezzamento) le tonnellate di rifiuti indifferenziati raccolte sono scese a 71.752 contro le 72.831 dei primi sette mesi dello scorso anno. Oltre mille tonnellate in meno che si ritrovano quasi al chilo nel conteggio della raccolta differenziata.

Mentre quindi sul fronte dell’incremento delle raccolte differenziate i margini di miglioramento ci sono ancora, per quanto riguarda la riduzione complessiva della produzione dei rifiuti, senza azioni cogenti e soprattutto condivise per lo meno con gli operatori della grande distribuzione, sarà difficile raggiungere gli obiettivi fissati: la crescita italiana infatti, per quanto possa essere considerata scarsa, si fonda in gran parte sui consumi interni. Che aumentando fanno crescere a cascata anche i rifiuti (anche se questo link non è mai presente nei ragionamenti legati a Pil e situazione economica). Per ridurre i rifiuti sarebbe quindi necessario un vero e proprio salto culturale, ma anche una presa di coscienza da parte di produttori e distribuzione potrebbe servire: in particolare per quanto riguarda la riduzione degli imballaggi che proteggono merci e beni che affollano gli scaffali dei nostri supermercati e che potrebbero essere” indirizzati” da azioni a livello regionale. In Piemonte un accordo tra Regione e grande distribuzione è stato avviato e i primi risultati ambientali dell’offerta di prodotti “alla spina” senza imballaggi comincia a vedersi. L’auspicio è che altre regioni seguano questo esempio.

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