[13/08/2007] Parchi

Cts: «30 specie di squali del Mediterraneo a rischio di estinzione»

ROMA. Dopo la notizia che i cetacei del Tirreno stanno cambiando rotta ed abitudini perché infastiditi da un mare diventato troppo rumoroso a causa di attività costiere, navi e diporto, arrivano cattive nuove anche per gli squali del Mediterraneo, che sembrano seguire il destino declinante dei loro consimili delle coste atlantiche che hanno visto un calo verticale delle popolazioni negli ultimi 10 anni, con cali fino all’85-90% delle loro popolazioni.

Secondo Simona Clò, responsabile del settore conservazione natura del Cts e membro dello Shark specialist group Mediterraneo dell’Iucn, «Delle oltre 80 specie di squali e razze presenti nel mar Mediterraneo, più di 30 sono a rischio e solo 3 sono protette: lo squalo bianco, lo squalo elefante e la manta. Quello che ci preoccupa di più è che per molte specie, circa il 70%, non ci sono dati sufficienti per valutarne lo stato e quindi per predisporre azioni mirate alla loro conservazione. Grazie però al coinvolgimento dei pescatori, che sono la fonte più importante per questo tipo di studio, siamo riusciti a raccogliere segnalazioni di fondamentale importanza come per esempio la cattura in acque siciliane dello squalo Squadro e del pesce violino, considerato oramai scomparso dalle acque italiane».

Altri dati arrivano dal Veliero dei Delfini che, in collaborazione con Legapesca, Agci Agrital e Federcoopesca, sta raccogliendo informazioni nelle 25 località toccate dalla campagna del Cts Ambiente. Per i pescatori, l’incontro con gli squali sta diventando sempre più raro, soprattutto quello con lo squalo bianco, mentre negli anni passati non somno mancati avvistamenti, anche localmente numerosi in Sardegna, di squalo elefante. Ma gli squali vengono anche pescati e finiscono sulle nostre tavole, magari come “palombo”.

Secondo il Cts le minacce maggiori vengono dal degrado dell’habitat e dalle catture accidentali «effettuate dalle reti fisse e da altri attrezzi da pesca che sono abbondantemente distribuiti lungo le nostre coste».

Ma per Stefano Di Marco. vicepresidente nazionale del Cts «Per fortuna qualcosa si sta finalmente muovendo. L’Icram, l’Istituto centrale per la ricerca applicata al mare, su incarico del ministero dell’ambiente ha recentemente predisposto le linee guida per un piano d’azione nazionale sugli squali contenente indicazioni su interventi da realizzare nel breve, medio e lungo termine per assicurare a questi animali adeguate misure di conservazione. Ci auguriamo che il piano diventi al più presto esecutivo affinché questi animali, simbolo della biodiversità marina, non siano costretti ulteriormente a nuotare in cattive acque”. Per questo motivo – conclude Di Marco - il Cts quest’anno ha deciso di unirsi a Shark Alliance per cercare assieme di fare qualche cosa di concreto per gli squali, elementi importanti della biodiversità del nostro mare».

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