[09/08/2007] Acqua

La sete dopo la tempesta

FIRENZE. Fenomeni violenti e isolati come la tempesta che si è abbattutta ieri per poche decine di minuti in mezza Toscana, non possono certo risolvere una situazione delicatissima dal punto di vista della disponibilità idrica. Se infatti non è ancora scattata l’emergenza idrica per il settore idropotabile su tutto il territorio regionale, è pur vero anche che in molte aree i cittadini stanno sopportando forti disagi per la carenza d’acqua.

I corsi d’acqua superficiale e in conseguenza le biocenosi che vi vivono sono in forte sofferenza: le cronache di questi giorni hanno evidenziato morie di pesci, torrenti completamente asciutti e non solo perché è piovuto circa un 40% in meno nello scorso autunno-inverno: anche per altri motivi come fatto osservare nell’edizione di ieri di greenreport, in relazione alle condizioni del torrente Carza in Mugello.

In questo periodo con l’afflusso turistico, in particolare nelle aree costiere, si fanno più aspre le “guerre” tra i vari usi, soprattutto tra quello agricolo e idropotabile. Ciò rende evidente come sia ancora carente una pianificazione integrata a monte che coinvolga tutti i settori e che consideri anche la disponibilità idrica fattore limitante per impedire, da una parte, nuove proliferazioni urbanistiche (seconde, terze case) e dall’altra, l’irrigazione di colture troppo idroesigenti.

La legge regionale n. 29/07 sull’emergenza idrica, a tutela dell’utilizzo per il settore civile, ha imposto alla province di non rilasciare nuove concessioni per attingimenti. Un “occhio” sarebbe opportuno darlo anche alle concessioni già in atto poiché, anche se non precludono l’utilizzo di risorsa idrica per i cittadini, “seccano” i torrenti come sta avvenendo per l’Osa in provincia di Grosseto.

Facciamo notare che si tratta di torrenti, di acque e demanio pubblico, e non di canali irrigui. Certo non tutti i corsi d’acqua sono classificati come significativi e non è possibile conoscerne il minimo deflusso vitale che (come stabilito dalle Autorità di bacino) ne regola le concessioni di prelievo, ma quando un torrente è in condizione critiche, nella stessa concessione è riportato che l’emungimento deve cessare. La decisione però è a discrezione del beneficiario del prelievo.

Qualche controllo viene fatto e sanzioni amministrative erogate, ma il territorio è ampio e le risorse per uomini e mezzi sono poche (come testimoniato in questi giorni anche da un’altra emergenza, quella sugli incendi). La provincia di Arezzo in accordo con le categorie degli agricoltori da oggi fino al 22 agosto (è già la seconda ordinanza) ha sospeso le autorizzazioni di attingimento sui corsi d’acqua per uso irriguo e per altri usi, in relazione ai valori di portata e alle caratteristiche chimico-fisiche e biologiche di fiumi e torrenti. La provincia di Grosseto, da noi interpellata, ci informa che sta valutando se prendere una decisione simile. Il periodo critico per gli ecosistemi fluviali, come avvenuto in maniera più marcata negli ultimi anni, continuerà fino a ottobre. E’ necessario decidere alla svelta.

(Nella foto il torrente Osa, sotto la pompa l´alveo è ormai ostruito dalla vegetazione)

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