[08/08/2007] Parchi

Parco dell´Arcipelago, nuovo botta e risposta Marchetti-Mazzantini

PORTOFERRAIO (Livorno). Il segretario dei Ds dell’Elba, Lorenzo Marchetti risponde agli apprezzamenti che Umberto Mazzantini, del direttivo del parco nazionale dell’Arcipelago toscano e responsabile nazionale isole minori di Legambiente, aveva fatto anche su Greenreport su un documento dei Democratici di Sinistra isolani. «Nella mia relazione al recente congresso dei Ds dell’Isola d’Elba – dice Marchetti - ho spiegato le ragioni per cui nessuna associazione o forza politica possa vantare imprimatur nel settore ambientale. Noi siamo sempre disponibili al confronto, ma non intendiamo accettare insegnamenti da chicchessia, né tanto meno da chi ha tutt’altri scopi e compiti rispetto a quelli d’impartire lezioncine sulle normative ambientali o addirittura d’aritmetica istituzionale. Non mi risulta, fra l’altro, che il parco nazionale sia privo del piano, del regolamento e del piano pluriennale economico e sociale, perché gli enti locali di centrosinistra non volevano approvare “una proposta in grandissima parte condivisa ma che aveva il difetto di essere proposta dal commissario imposto dalla destra”, come invece afferma oggi Legambiente. Questa è un’offesa a tutti sindaci dell’isola. Certo è che anche all’Elba la situazione, nata con la lunga gestione commissariale, ha prodotto una politica fallimentare e dannosa: snaturamento della funzione del parco, gestione burocratica, paralisi dell’attività e occupazione dei posti sia diretti sia tramite numerose consulenze esterne». Il segretario dei Ds dice anche di non volersi intromettere nella gestione del parco: «Il nostro partito in nessun caso impartirà loro quelle “direttive” che fanno parte di una prassi che ormai abbiamo lasciato alle nostre spalle da qualche decennio, e nelle quali nessuno di noi si riconosce. Io mi sono impegnato a tutelare e valorizzare le autonomie locali nelle quali mantengo fermo il mandato degli eletti che deve essere svincolato dalle segreterie dei partiti. Poiché i Democratici di Sinistra giudicano importante l’affermarsi delle occasioni che può offrire l’economia del parco, allora saremo attenti a come opererà la gestione Tozzi e quindi, da partito riformista e di governo, svolgeremo un ruolo propositivo, di stimolo e di cerniera tra la società elbana e le sue istituzioni ma, se necessario, saremo severi e critici».

Mazzantini risponde e precisa: «Fa male Marchetti a prendersela così tanto, nessuno vuol dare lezioni, ma osserviamo che in questi anni qualcosa Marchetti lo ha imparato. Eravamo nello stesso partito quando proprio lui propose la singolare formula del parco “utile e possibile”, contrapposto a quello istituito dal ministro Edo Ronchi che oggi milita nel suo stesso partito, dopo i i Ds si opposero all’istituzione dell’Area marina protetta che oggi non contrastano più, così come vedo non chiedono più l’immediata revisione (e riduzione) dei perimetri del parco, anche perché con tutte le Zps istituite da centro-destra e centro-sinistra diventerebbe impossibile farlo. Per quanto riguarda il Piano di sviluppo pluriennale economico e sociale, nessuna offesa ai sindaci, ma la semplice realtà delle cose: quel Piano è stato consegnato alla Comunità del parco nel 2001 e non è stato ancora approvato, non credo sia colpa di Legambiente. Per il Piano del parco mi dispiace che Marchetti, in un impeto di rispetto per l’autonomia dei componenti, non abbia chiesto spiegazioni ai componenti dei Ds che siedono nel direttivo insieme a me (e lo fanno in base ad una precisa scelta politica che ha prodotto un durissimo scontro politico) perché gli avrebbero detto che il rinvio della sua approvazione nel direttivo del parco è stata chiesta (ci sono testimoni e credo sia a verbale) proprio per non approvare il piano di Barbetti, e per questo sono state chieste modifiche marginali per loro stessa ammissione, ma che comportano tempi tecnici lunghi. Per quanto riguarda i compiti di Legambiente, se Marchetti permette, ce li scegliamo noi. Rimango però dell’opinione che le forze politiche e le amministrazioni comunali che si sono così tanto date da fare per entrare nel direttivo e nella giunta del parco hanno il dovere di dimostrare come si governa meglio di quanto fatto prima, e non comprendo dove sia in tutto questo lo scandalo».

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