[07/08/2007] Rifiuti

Rifiuti da Napoli a Piombino: 4 domande ad Anselmi e Pazzagli

PIOMBINO (Livorno). Al sindaco di Piombino Gianni Anselmi e a Rossano Pazzagli, esponente del Forum della democrazia, abbiamo rivolto le medesime 4 domande sull’operazione di trasferimento dei rifiuti da Bagnoli alla colmata di Piombino.

Quali devono essere i tempi dedicati all’informazione e chi decide quanto si è informato abbastanza?
ANSELMI «Abbiamo fatto un consiglio comunale aperto, un consiglio provinciale, assemblee pubbliche con i sindacati, con i partiti, con le associazioni, con gli ambientalisti, questi incontri nei quartieri… Inoltre stiamo preparando anche un’informativa molto semplice, forse attraverso un numero speciale di Piombino oggi invieremo questa lettera a tutti i capifamiglia. E’ difficile fare di più ma è anche difficile capire se sia sufficiente. Quel che è certo è che vorrei fare dopo ferragosto un’assemblea pubblica prima di andare in consiglio comunale entro la fine di agosto per la decisione finale. Non possiamo andare oltre, è anche una questione di responsabilità rispetto alle istituzioni nazionali».
PAZZAGLI. «E’ positivo che il sindaco abbia raccolto le sollecitazione per aprire questa fase di partecipazione. Mi sembra che questo gli vada sicuramente ascritto come merito. Ma proprio perché si tratta di una questione tanto importante non si può pensare di chiuderla d’agosto quando tutti sono ferie: la presentazione dell’accordo tecnico è del 31 luglio e se ci fosse la volontà di chiudere alla svelta questo creerebbe sospetti di una decisione già presa, vanificando l’intento positivo di partecipazione che il sindaco sta perseguendo. Purtroppo la storia del nostro Paese è ricca di decisione sbagliate prese in agosto…».

L’ipotesi referendum. Quale valore avrebbe questo strumento rispetto a una problematica di interesse nazionale?
ANSELMI «Ha detto bene, bisogna innanzi tutto tener conto del fatto che la situazione non riguarda solo i piombinesi, basti pensare al fatto che ci sono di mezzo 4 ministeri e le risorse messe in campo sono nazionali. In secondo luogo rilevo che lo strumento referendum è regolato chiaramente nello statuto comunale e avviare un referendum con le procedure e i tempi previsti significherebbe avere già deciso per il no, a prescindere dal risultato della consultazione».
PAZZAGLI. «Premetto che l’ultimo referendum a Piombino si fece per la riconversione a carbone della centrale di Tor del sale e anche in quell’occasione la rilevanza era nazionale ma collocata a livello locale. Prima del referendum bisogna sperare in un rinsavimento delle istituzioni locali. Ci sono tutti i margini perché i consigli comunali della Val di Cornia e di Follonica possano ponderare e approfondire al questione. Il referendum è un ipotesi lanciata per accentuare mobilitazione dei cittadini, ma che si faccia o no non è così importante, è importante invece dare il tempo necessario alla popolazione per decidere».

Una delle domande che più spesso circolano in questi giorni è come si possa pensare che Piombino riesca a risolvere problemi altrui, quando in dieci anni non è riuscita a risolvere i propri, con la piattaforma Tap finanziata con soldi pubblici ma mai realizzata.
ANSELMI Questa è una domanda che è giusto porsi, però bisogna guardare al futuro. So perfettamente che la difficoltà di far capire ai cittadini la bontà di questa operazione deriva proprio dal vissuto che ha Piombino. Ma guardando ancora e solo indietro buttiamo via i soldi e perdiamo un’altra occasione. Per quanto riguarda la Tap sarà pronta nel 2008, ma paradossalmente non è così fondamentale nell’affaire-Bagnoli, per il quale invece ha un ruolo primario l’impianto di lavaggio terre che costruiremo sul porto nel giro di pochi mesi».
PAZZAGLI«La domanda è già una risposta. Il futuro di Piombino è anche 35 ettari di discarica abusiva dentro la Lucchini, i milioni di tonnellate all’anno che produce, le 200mila tonnellate di rifiuti che produrranno i dragaggi del porto. Queste considerazioni devono essere preliminari a tutto ed è scandaloso che nell’accordo di programma non ci siano questi progetti. È la domanda più banale e che si pone ogni cittadino piombinese. E dico di più: l’allegato tecnico presentato del ministero dice esplicitamente che arriveranno anche rifiuti pericolosi. Il ministero stima che il processo di vagliatura e lavaggio delle scorie di Bagnoli produrrà una frazione di rifiuti tossici per 100mila metri cubi. Dove si metteranno che non c’è un impianto per i pericolosi? E non lo sarà neppure la Tap?

Perché non è stata agganciata a questa operazione un’accelerazione delle opere di ambientalizzazione della Lucchini?
Già con questa operazione facciamo una bonifica grossa, perché mettiamo in sicurezza aree industriali prospicienti il porto, ma avvieremo anche poderosamente la bonifica di Città Futura, siamo alla vigilia dell’accordo con la Lucchini per lo spostamento della Siderco. Il direttore del ministero dell’ambiente Gianfranco Mascazzini ha assicurato anche in consiglio comunale che le questioni relative all’ambientalizzazione dei siti siderurgici saranno regolate da specifico accordo di programma, anche perché Lucchini deve ottenere l’autorizzazione integrata ambientale entro il 2008, quindi investiranno: a noi il compito di canalizzare questi investimenti. Insomma, non è che con Bagnoli finiamo il risanamento ambientale, ma se dobbiamo aspettare le bonifiche allora lo sviluppo lo facciamo fra 40 anni».
PAZZAGLI. «Bastava dare seguito agli accordi sulle bonifiche a livello governativo. Non è uno scambio vantaggioso per Piombino perché l’accordo dice che questa partita significa 688 milioni di euro divisi in 3 fasi, ma che le risorse disponibili sono 196 milioni, per il resto è una scatola di promesse. La seconda e terza fase che restano scoperte sono guardacaso lo sviluppo del porto. Un altro particolare da segnalare è che i 196 milioni già disponibili sono in gran parte somme derivanti da vecchi atti e delibere già destinati a Piombino tra il 2004 e il 2006.
Infine aggiungo un ultimo particolare che finora era sfuggito: Questa operazione di trasferire i rifiuti di Bagoli è un tentativo già fatto un anno fa dal ministero a Formia. C’era già il sì del Comune e l’assenso della Regione, ma la battaglia dei cittadini e la mobilitazione pubblica ha consentito di far cambiare parere alla Regione Lazio, che con il suo no ha bloccato il progetto».

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