[03/08/2007] Parchi

Rete Natura e Zps: Stato e regioni rimandano tutto a settembre

LIVORNO. L’attesa Conferenza Stato-regioni su Zps e “Rete Natura” ha deciso di non decidere ed ha rinviato l’emanazione del provvedimento del ministro dell’ambiente a settembre. Una cosa che non piace assolutamente a Italia Nostra, Lipu e Wwf che avevano inviato a governo e regioni una lettera chiedendo di prendere una decisione immediata e di rispondere a sollecitazioni e procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea.

«Il decreto Rete Natura 2000 a Settembre? E’ certamente per qualche giorno di caccia in più – dicono sconsolate le tre associazioni - Ma ora scattino immediatamente le misure di salvaguardia, in attesa che il decreto ponga le opportune tutele. Un provvedimento di questa portata, relativo allo strumento comunitario più importante per l’attuazione della Convenzione biodiversità e contenente norme per la tutela di fauna, flora, habitat naturali e quasi 3mila aree di altissimo valore naturalistico, merita ben altra sorte che quella di ritrovarsi condizionato dai cacciatori italiani e dalle regioni, condizionamento che ha portato il nostro Paese a subire procedure di infrazione a iosa e che non ci permette di uscire dalla violazione comunitaria. Una situazione quasi surreale, a voler leggere i fatti, ma che nel nostro Paese è ancora realtà».

Le associazioni ambientaliste pongono anche un problema di non poco conto a politici e cacciatori: «A questo punto è bene dirla tutta: la caccia in Italia dovrebbe chiudere quasi ovunque: nei corridoi di migrazione dove passano le specie superprotette, nelle aree umide inquinate dal piombo e assediate dalle doppiette, nelle piccole isole territorio di un bracconaggio ancora imperante. Per non parlare di uccellagione, deroghe illegali, richiami vivi. E invece i cacciatori hanno ancora il potere, a quanto pare, di manovrare le amministrazioni. Forse a questo punto serve una svolta radicale. Forse la misura è davvero colma».

Quindi quello che per gli ambientalisti è l’ennesimo cedimento a quella che chiamano la lobby venatoria potrebbe rivelarsi un boomerang perché a questo punto, visto che si è deciso di non decidere, occorrerebbe dare «attuazione alla legge e si applichino in tutti i siti della Rete Natura 2000 le misure di salvaguardia, a cominciare dai divieti assoluti di cacciare e disturbare le specie animali e di introdurre armi, secondo l’articolo 11 comma 3 della legge 394/91, legge che lo Stato è chiamato immediatamente ad applicare, incluse le relative sanzioni penali».
Se questo non succederà, secondo Italia Nostra, Lipu e Wwf «ci troveremo di fronte calendari venatori palesemente illegittimi che le associazioni ambientaliste sono già pronte ad impugnare»

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