[01/08/2007] Comunicati

L´insostenibile strage sulle strade non muove alcuna reazione

LIVORNO. Dall´inizio dell´anno fino a metà luglio, sono 93 le persone morte a causa di incidenti stradali in Toscana. Le province più a rischio sembrano quella di Pisa con 24 morti, di Livorno con16 e di Grosseto con 12. E la fascia di età dei guidatori più colpita è quella degli ultra quarantenni seguita da chi ha fra i 30 ed i 40 anni.

A pesare sulla sicurezza in Toscana e a dire il vero su tutta l´Italia, sembrano le condizioni disastrate della rete viaria che non è più in grado di reggere la crescita continua dei veicoli circolanti. Ma, sembrerebbe ovvio, il problema non si risolve affatto con più strade, bensì con più politiche di mobilità sostenibile. Che significa, in buona sostanza, più aree pedonali, più piste ciclabili, più efficienza dei mezzi pubblici, più car-pooling e car-sharing, più treni, più tramvie, ecc....Senza dimenticare che anche l’Ue dà strumenti per agire in questa direzione, come la direttiva Eurovignette, che permette di aumentare i pedaggi autostradali a favore del trasporto su rotaia.

In generale, l´Italia è il Paese dove il "mezzo a motore" privato la fa da padrone ( in media 1.5000 chilometri l´anno per abitante, più del 31% della media europea), dove nel trasporto su gomma l´automobile copre circa l´82% della domanda. Sessanta auto ogni 100 abitanti (10 in più rispetto alla media europea) contro le 24 biciclette ogni 1000 abitati vendute (metà della media europea).

Ed insieme alle auto, gli scooter e le moto rappresentano da soli i due terzi dei mezzi usati dalle vittime della strada, mentre il resto si divide equamente fra pedoni, ciclisti e mezzi pesanti.

I costi di questa strage sono astronomici astronomici. Dal dopoguerra ad oggi sono morte in Italia circa 400mila persone, il che vale a dire è come se fossero scomparsi gli abitanti di cinque città di media grandezza mentre da un punto di vista economico le perdite si attestano sui 35 miliardi di euro l’anno.

Ma una cosa interessante da indagare, anche sotto il profilo psicologico comportamentale e delle dinamiche collettive, sarebbe proprio il livello di indifferenza che si registra nella popolazione di fronte a queste stragi e a questi numeri. Le uniche proteste di cui si è avuta notizia, in questa prima parte dell´anno in corso, sono contro le piste ciclabili ( vedi Tirrenia), contro le tramvie ( vedi Firenze), contro le chiusure dei centri storici o dei luoghi più affollati ( vedi Livorno). E c´è pure chi teorizza che una ripresa delle politiche alternative, e di sostenibilità ambientale e sociale, passa dallo sviluppo e dalla sommatoria di questi conflitti.

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