[31/07/2007] Parchi

Fao: temperature più calde e abbandono campagna aumentano incendi nel Mediterraneo

ROMA. Secondo la Fao «temperature estive da record e venti caldi e secchi hanno trasformato alcune parti del Mediterraneo in una polveriera, con i vigili del fuoco che gareggiano contro il tempo per mettere sotto controllo le fiamme che minacciano persone e vegetazione per migliaia di ettari nell’Italia meridionale, in Grecia e in altre parti del Mediterraneo».

Lungo le coste dei Paesi mediterranei ogni anno circa 50 mila incendi distruggono almeno un milione di ettari di aree boschive e sono causati dall’uomo per circa il 95% dei casi e non ci sono solo gli incendiari: «incendi dolosi e negligenza, specialmente nello spegnere le sigarette, e l’uso disattento di barbecue e di fuochi nei campeggi, sono la causa di molti incendi».

La Fao sottolinea che nel mondo il fuoco è spesso «un mezzo importante e largamente usato nella gestione delle terre e nella conservazione dei processi ecologici, gli incendi distruggono milioni di ettari di foresta e di vegetazione provocando la perdita di vite umane e animali e danni economici e ambientali immensi».

E questo ha un costo ambientale, economico e sociale fortissimo: nel Mediterraneo ogni estate 30 mila lavoratori vengono mobilitati per combattere gli incendi, in alcuni anni, con la mobilitazione delle forze armate in alcuni Paesi, si è raggiunto i 50 mila partecipanti alle operazioni di spegnimento di incendi colossali come quelli del Portogallo.

Ma quali sono le cause? Per la Fao «oltre all’aumento delle temperature, lo sviluppo socio-economico del Mediterraneo, con l’abbandono delle campagne in favore delle città, ha portato alla generale diminuzione delle attività di pascolo e di raccolta di legna da ardere e di foraggio, permettendo l’accumulo di residui forestali e di sottobosco altamente infiammabili. Questa situazione determina il verificarsi di incendi più estesi e più grandi, difficili da domare».

Secondo Jose-Antonio Prado, direttore della divisione risorse forestali della Fao, «la maggior parte dei paesi ha leggi per prevenire gli incendi o per controllare i periodi nei quali è possibile accendere fuochi. Molti hanno predisposto programmi o piani di prevenzione, ma pochi paesi hanno la capacità di attuare queste prescrizioni legislative o la capacità amministrativa di eseguire i programmi».

Gli investimenti per fronteggiare il fuoco sono enormi: Italia, Francia, Grecia. Portogallo e Spagna investono in totale più di 2,5 miliardi di euro all’anno per la prevenzione e lo spegnimento degli incendi, il 60% va a coprire i costi per equipaggiamenti, personale e operazioni, il 40% alla prevenzione.

Per la Fao «cruciali per una efficace prevenzione sono i programmi educativi antincendio per mezzo di campagne pubbliche, scolastiche e di comunità locale. In India, ad esempio, è stato riferito che grazie ai progetti di accrescimento della consapevolezza sul problema tenuti a livello di comunità locale, che hanno determinato un maggior coinvolgimento nelle attività di prevenzione e spegnimento, in alcune regioni gli incendi sono diminuiti del 90%».

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