[24/07/2007] Trasporti

Il consiglio regionale ha approvato il Pit: la discussione in aula

LIVORNO. Con 38 voti favorevoli su 38 votanti – assente la Casa della libertà per protesta - il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di oggi il Piano di indirizzo territoriale (Pit) e anche la proposta di legge collegata sulle modifiche alle norme per il governo del territorio.

«Con l’approvazione del Pit e l’attivazione del Codice del Paesaggio – ha commentato Erasmo D’Angelis (Nella foto), presidente della Commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale - la Toscana riapre la sfida dell’urbanistica e invia un messaggio forte e chiaro ad una Italia priva di normative nazionali in materia e molto distratta, con diverse Regioni da decenni in piena deregulation. Noi voltiamo pagina ed entriamo in una nuova e più avanzata stagione della tutela del paesaggio e del governo del territorio. Abbiamo ridotto di molto le distanze tra cittadini e istituzioni e abbiamo dotato la Regione di strumenti di controllo e verifiche su tutti gli atti e le procedure urbanistiche per controllare la crescita edilizia e orientarla tutelando il nostro immenso patrimonio ambientale e del paesaggio, facendo convivere e coincidere i due obiettivi».

«La Toscana – continua D’Angelis – investe sulla lotta all’abusivismo e al disordine edilizio rispondendo ad una coscienza civica diffusa ma anche all’azione di buongoverno di larghissima parte del nostro territorio. Non siamo la Regione degli ecomostri ma siamo la Regione dove la politica ha saputo rispondere con rapidità, coerenza e le necessarie tutele ad alcuni casi clamorosi di interventi edilizi sbagliati e fuori scala. I casi Elba o Arezzo, Monticchiello o Campi da oggi non si potranno più ripetere».

«Il Pit – conclude D’Angelis - scioglie tre nodi fondamentali: ogni previsione anche del passato sarà valutata e potrà essere cancellata o riprogettata; aumenta il ruolo di monitoraggio della regione sugli atti degli enti locali e non solo i piani strutturali ma anche i Ruc saranno sottoposti a verifica di coerenza; il Pit farà anche pianificazione paesaggistica grazie all’attuazione del Codice del paesaggio e dei beni Culturali».

Giudizio positivo quello di Monica Sherri, capogruppo di Rifondazione comunista che ha detto: Il territorio e l’ambiente per la Toscana sono beni preziosi, ma nel tempo ci sono state ferite, anche profonde; il Pit risponde in due modi: da un lato, afferma che non è più possibile portarsi dietro vecchie scelte urbanistiche; dall’altro, detta indirizzi per la pianificazione che vietano un consumo del territorio finalizzato solo alle seconde case.

«Di fronte a casi come quelli di Monticchiello e di Campi Bisenzio - ha dichiarato Sgherri - la Regione ha deciso di assumersi il ruolo di verifica sulla cogenza dei propri indirizzi, con la possibilità di ridiscutere nel merito le scelte degli enti locali, se si rivelano incoerenti rispetto alla programmazione di fondo».

«Dall’adozione del Piano all’approvazione, è stato fatto un percorso molto positivo, che ha permesso anche di approfondire il concetto di “Toscana città delle città”, che sta alla base del piano - ha aggiunto la consigliera - Registriamo infine come novità importante l’intreccio fra pianificazione territoriale e tutela del paesaggio, che non significa ‘museizzazione’ ma salvaguardia del patrimonio ambientale ed anche sociale».

Apprezzamento per il lavoro svolto e per le caratteristiche del Pit è stato espresso anche da Virgilio Simonti (Per il partito democratico - L’Ulivo), secondo il quale «offre alla Toscana la possibilità di tornare ad essere competitiva, stabilendo rapporti più strutturali fra programmazione economica e pianificazione territoriale», ed è da sottolineare come «ciò avvenga mentre a livello nazionale perdura l’assenza di un analogo intervento».

«Oggi otteniamo in legge quanto richiesto da oltre dieci anni – hanno dichiarato Mario Lupi e Fabio Roggiolani, rispettivamente capogruppo e consigliere dei Verdi per l’Unione in Regione Toscana – ovvero la clausola di salvaguardia in modo che dopo i casi di Monticchiello, Campi Bisenzio, Bagno a Ripoli, dei vari comuni elbani, dalla multisala di Arezzo alle vicende pratesi, insomma di fronte alle palesi violazioni della lettera e dello spirito del Piano Territoriale di Indirizzo, la regione costringerà a bloccare sine die l’intervento urbanistico e, se nel caso , sarà il Comune che ricorre al Tar e non come oggi l’ente Regione. D’ora in avanti il Pit, sul quale conserviamo alcune differenze e perplessità importanti non sarà più quella “predica” o “”preghiera” di indirizzo territoriale che fino ad oggi era; ma uno strumento a cui i comitati stessi dei cittadini potranno appellarsi per chiedere l’apposizione della clausola di salvaguardia. La Giunta Regionale dovrà dare ogni tre mesi il Report delle questioni controverse e rispondere entro 15 giorni ad ogni singola richiesta , anche di un singolo consigliere regionale».

«Col Pit si determina la tutela e lo sviluppo sostenibile del territorio e questa è la sfida principe del piano» ha affermato Bruna Giovannini (Sinistra democratica per il Socialismo europeo). Giovannini ha anche richiamato la positività della partecipazione della società toscana, l’autonomia e la responsabilità degli altri enti locali, l’impegno di verifica periodica concordato con l’assessore Conti. Aggiungendo però che «forse nel Pit non si è scritto molto sul governo del tempo e sullo spazio urbano di pianificazione degli orari delle città la questione è rimandata a tutti gli uomini e donne, impegnati nelle istituzioni, e chiamati a migliorare la qualità della vita di ognuno».

Per l’assessore al territorio Riccardo Conti, che non ha nascosto la propria emozione dopo tanto lavoro, «il Piano è un punto di avvio, perché vuole innescare tanta buona programmazione locale e tanta partecipazione». «Abbiamo tenuto conto, per quanto possibile, delle osservazioni arrivate senza peraltro che questo cambiasse l’impostazione generale del Piano con i suoi elementi statutari e strategici, di equilibrio tra tutela e sviluppo, sempre basato sul rapporto di filiera tra i diversi soggetti della pianificazione territoriale – ha concluso l’assessore - Con questo atto di programmazione siamo un grande mondo di produttori».

«Il Pit è asse portante della fase nuova che intendiamo aprire – ha commentato il presidente Claudio Martini – ed il dibattito dà atto che di questo si tratta: di un percorso politico-culturale di sintesi più alta del dinamismo e della tutela del territorio».

I gruppi del centrodestra (FI, An, Udc e Alleanza federalista) non hanno partecipato al voto sul Pit, sul Dpef e sugli altri atti di carattere istituzionale. La decisione è stata comunicata dal portavoce dell’opposizione, Alessandro Antichi, dopo aver sollecitato, sostenuto dai colleghi dei gruppi del centrodestra, una comunicazione del presidente Claudio Martini sulle notizie di stampa circa alcuni ritocchi al programma di governo e al rimpasto di Giunta. La richiesta è stata respinta da Martini, che ha annunciato che farà una comunicazione al Consiglio regionale non appena «l’operazione politica sarà conclusa».

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