[24/07/2007] Parchi

Emergenza incendi, il decalogo del Wwf

LIVORNO. «Non esistono alibi per giustificare i danni incalcolabili che ogni anno provocano gli incendi. Si tratta di fenomeni chiaramente dovuti all’intervento umano che aggravano lo stato di vulnerabilità in cui versano numerosi sistemi forestali già in difficili condizioni per la situazione climatica generale e lo stress idrico conseguente». E’ il duro commento di Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, sul devastante fenomeno che sta interessando mezza Italia.

«I “servizi” che sono offerti dagli ecosistemi forestali al benessere umano – prosegue Bologna - sono immensi e purtroppo sono privi di valore nei sistemi di contabilità nazionale. Gli ambienti forestali sono fondamentali per il mantenimento del ciclo idrico, per la loro capacità di trattenere l’acqua, per il contenimento dell’erosione del suolo, per la biodiversità in essi presente, per l’insostituibile servizio offerto a tutta la vita sulla Terra grazie ai processi di fotosintesi che trasformano l’energia solare in materia organica, per il loro ruolo nei grandi cicli biogeochimici, come quello del carbonio, così fondamentale per le stesse dinamiche del clima».

In Italia i boschi ricoprono oltre 8.759,200 ettari del territorio, pari a circa il 29,1% dell´intera superficie nazionale. Negli ultimi 20 anni gli incendi boschivi hanno distrutto oltre 1.100.000 ettari di superficie boscata: un’estensione superiore a quella dell´Abruzzo.

E il Wwf ha quindi elaborato un decalogo di proposte operative che sottolineano l’importanza del rispetto delle leggi poste a tutela del patrimonio forestale, l’attivazione preventiva e repressiva delle forze dell’ordine e la collaborazione fattiva di istituzioni centrali, locali e dei cittadini. «Regioni, Province e Comuni, che pure rivendicano continuamente ed a gran voce come proprie le competenze sulla tutela dell’ambiente - ha dichiarato Patrizia Fantilli, direttore dell’ufficio legale-legislativo del Wwf Italia - devono porre maggiore attenzione nell’applicare le leggi in vigore da tanti anni che attribuiscono loro il dovere, ad esempio, di censire le aree percorse dal fuoco per l’applicazione dei divieti di costruzione, caccia, pascolo, etc. sui terreni incendiati; incentivare interventi che favoriscano la rinaturalizzazione spontanea della vegetazione, piuttosto che costosi e spesso inutili interventi di riforestazione; attuare capillari campagne di informazione e di formazione dei cittadini per far comprendere la gravità di questi fenomeni, e l’importanza della collaborazione di tutti».

Il decalogo antincendi:
1) Mappatura delle regioni a rischio incendi e delle aree di pregio naturalistico.
2) Coordinamento dei diversi enti che operano direttamente e indirettamente sul territorio per sorveglianza e avvistamento degli incendi boschivi ed intervento sul fuoco
3) Punti di avvistamento permanenti nel periodo dichiarato ad elevato rischio di incendi boschivi nelle aree più a rischio o di maggiore pregio ambientale (parchi e riserve naturali o sic - siti di interesse comunitario della rete natura 2000)
4) Pattuglie mobili di presidio con attrezzature e materiali per il pronto intervento sul fuoco, in contatto radio diretto con i diversi punti di avvistamento e la centrale operativa.
5) Frequenza radio unica dedicata esclusivamente all’attività antincendio collegata alla centrale operativa del corpo forestale dello stato.
6) Potenziamento della flotta aerea destinata all’intervento sul fuoco
7) Manutenzione dei boschi, per esempio, invasi d’acqua, viali parafuoco...
8) Chiusura delel strade che attraversano le zone forestali più vulnerabili
9) Campagne di sensibilizzazione sui rischi degli incendi boschivi e di informazione sulle sanzioni penali
19) Censimento tempestivo di tutte le aree percorse dal fuoco e la realizzazione delle relative cartografie informatizzate per orientare le investigazioni di polizia, la prevenzione del dolo)

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