[20/07/2007] Parchi

Arci Caccia a congresso: «Serve una svolta sulle politiche venatorie»

ROMA. E’ iniziato oggi a Roma, con la relazione introduttiva del presidente del consiglio nazionale di Marco Ciarafoni, il congresso nazionale dell’Arci Caccia, che ha dedicato la sua prima parte a quello che sembrerebbe un tema inusuale per un’associazione venatoria: “Countdown 2010: insieme per la biodiversità” al quale hanno partecipato il segretario generale di Eurispes, Marco Riccieri, ed il ministro per le politiche agricole Paolo De Castro.

Ciarafoni ha ricordato la particolarità dell’associazione dei cacciatori “progressisti” «pur nell’alveo di una sensibilità culturale assodata» ed ha chiesto alle forze del centrosinistra più unità ed una «una svolta radicale nelle politiche venatorie».

Ma le critiche al governo ed al ministro Pecoraro Scanio non sono mancate: «Con questo congresso inizia un nuovo corso: incalzeremo sui fatti e giudicheremo dai fatti. Invitiamo il ministro De Castro a prendere posizione sulla questione relativa alla disciplina dell’attività venatoria su Zsc (Zone speciali di conservazione) e Zps (Zone di protezione speciale): – ha detto Ciarafoni – non possiamo più sopportare i continui colpi di mano del dicastero dell’ambiente che è intervenuto sulla questione non rispettando l’autonomia del Parlamento e delle regioni. Chiediamo al tempo stesso al governo ed ai gruppi parlamentari del centrosinistra, fin dalla prossima Finanziaria, di far tornare l’Infs (Istituto nazionale fauna selvatica) sotto il controllo della Presidenza del consiglio dei ministri. Il blitz che ha portato lo scorso anno l’istituto alle dipendenze del ministero dell’ambiente ha limitato finanziamenti ed l’attività della ricerca scientifica del settore». L’Arci Caccia chiede «risposte chiare e coerenti, in sintonia con il programma elettorale de L’Unione ed a partire dalla corretta attuazione della legge 157 del 1992».

«Al congresso - spiega il presidente nazionale Arci Caccia, Osvaldo Veneziano – sono presenti 250 delegati in rappresentanza di 70mila associati, 3000 mila circoli territoriali, oltre 100 federazioni provinciali e 20 federazioni regionali. Metteremo al centro della discussione congressuale il futuro della caccia in un contesto sociale, politico ed istituzionale che nel corso degli anni si è modificato profondamente. Si tratta di un’assise aperta ai differenti contributi ed alle differenti sensibilità non solo del settore venatorio. Enti, associazioni, istituzioni, politica e singoli cittadini, intendono cimentarsi in un dibattito orientato a costruire e rafforzare la figura del cacciatore responsabile e rispettoso della natura e dalla fauna».

E la politica risponde attenta, con la presenza al dibattito sulla biodiversità di un bel pezzo di sinistra: Fulvia Bandoli di Sinistra Democratica, Rosalba Cesini dei Comunisti Italiani, Luca Martora della Margherita, , Enrico Morando dei Ds, Gianfranco Schietroma, dello o Sdi e gino Gino Sperandio di Rifondazione Comunista, ma non manca nemmeno Forza Italia con il presidente Fitav Luciano Rossi, mentre il governo è rappresentato da Gianni Piatti, sottosegretario all’Ambiente, e Luigi Meduri, sottosegretario alle Infrastrutture.

Ma le due presenze più significative per il ruolo di cerniera tra mondo venatorio e ambiente a cui punta l’Arci Caccia sono quelle di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, Matteo Fusilli, presidente della Federparchi e Fabrizio Vigni, portavoce nazionale di Sinistra Ecologista.

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