[17/07/2007] Acqua

Scarico acque meteoriche dai piazzali di cava, importante sentenza del Tar

FIRENZE. Sentenza importante quella del Tar (tribunale amministrativo regionale) per la Toscana che riguarda l’obbligo di chiedere l’autorizzazione per lo scarico di acque meteoriche provenienti dai piazzali di cava. Il Tar (sentenza n. 1044 del 2007) ha quindi respinto il ricorso presentato dalla ditta Berti Sisto & C. lavori stradali s.p.a. contro la provincia di Firenze, Arpat e comune di Barberino di Mugello.

La ditta, che esercita attività di coltivazione di una cava a Pallereto (Barberino di Mugello), ha impugnato il provvedimento del comune nonché i pareri della provincia di Firenze e di Arpat sostenendo che la nozione di “scarico” (immissione di acque tramite una condotta) non comprende le acque meteoriche (che non sono coinvolte né sono mescolate con acque reflue), ove nell’attività produttiva non si faccia uso di inquinanti.

Secondo quanto avanzato dalla provincia e da Arpat invece le acque dilavanti i piazzali di cava cessano la loro natura di acque meteoriche ed assumono quella di acque reflue da assimilarsi a quelle industriali, quindi soggette ad autorizzazione. La questione parte da lontano e la Regione Toscana (che dovrebbe regolare questo tipo di scarichi) ad oggi non ha ancora provveduto. Vista la situazione, già nel 2003 la provincia di Firenze per fronteggiare una situazione diffusa di inquinamento delle acque dovute ai dilavamenti, espresse un parere che equiparava le acque di dilavamento inquinate, a seguito del trascinamento di contaminanti, alle acque reflue ritenendole soggette pertanto ai previsti regimi autorizzatorio e di controllo.

Questa posizione fu inizialmente contestata da molti, ma oggi grazie alla recente sentenza del tribunale amministrativo regionale se ne riconosce la fondatezza della tesi affermando che: «le acque di dilavamento venute in contatto con sostanze o materiali connessi con lavorazioni industriali (…) perdano la loro natura di “acque scese dal cielo” e stabilisce «l’assimilazione delle acque meteoriche provenienti dai piazzali di cava alle acque reflue industriali». Per la Provincia poi non vi sono dubbi in merito alla cava di Pallereto: le acque fuoriescono dalle vasche di decantazione, nelle quali sono depositati i fanghi, e confluiscono nei fiumi Stura e Casaglia arrivando nel corpo recettore finale costituito dal lago di Bilancino «che per la sua natura di invaso deve essere salvaguardato dall’immissione di solidi sospesi totali al fine di ritardare l’accumulo di fanghi».

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