[13/07/2007] Energia

Eolico, Legambiente: «Italia Nostra scoraggia ogni specifico progetto»

FIRENZE. Italia Nostra è per un eolico sostenibile? Ma quando mai? Piuttosto appartiene alla schiera di coloro che dicono si può fare, però lì no, là neppure, in quell´altro luogo non sia mai e in quell´altro ancora non se ne parla neppure. E ancora: Italia Nostra non è contraria in linea di principio al mini-eolico? É così contraria che addirittura si oppone ad un mini-eolico con unica pala di 30 metri nella zona del Parco dell´Uccellina... Probabilmente Italia Nostra è contraria all´eolico e apporta continue scuse per scoraggiare ogni specifico progetto. Dice che non c´è regolamentazione e che bisogna mettere l´eolico in moratoria finché questa non sarà stata fatta e discussa, dice che in Toscana non c´è vento... Intanto i tempi si dilatano e le rinnovabili non vengono fatte.

Per quanto riguarda la situazione citata di un sud in moratoria sull´eolico, forse Italia Nostra non ha preso in esame la sentenza 364 del 2006 della Corte Costituzionale che lo scorso novembre ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge di moratoria per l’eolico della Regione Puglia perché con tale provvedimento si impediva il raggiungimento dell’obiettivo dell’incremento della produzione di elettricità da rinnovabili perseguito dal nostro Paese, anche con fini di salvaguardia dell’ambiente; inoltre si andava a limitare il libero accesso al mercato dell’energia. Secondo la Corte la moratoria contrariava infine, bloccando le procedure autorizzative, il principio posto dalla normativa statale che fissa in 180 giorni il termine entro il quale deve essere rilasciata l’autorizzazione regionale per la costruzione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili.

Quanto all´obiezione che in Toscana, e in tutte le zone imputate, non c’è vento a sufficienza per rendere conveniente l´eolico, la risposta è già stata data. Citano spesso i dati sulla ventosità dell’Atlante eolico dell’Italia, messo a punto da Gabriele Botta, ricercatore del Cesi, insieme a Corrado Ratto dell’Università degli Studi di Genova. Ma l’Atlante, per stessa ammissione di Botta, ha dei margini di errore, dal momento che le misurazioni sono ottenute sulla base di estrapolazioni anemometriche e con modelli matematici. Per essere veramente certi della potenzialità di un’area servono studi specifici nell’area stessa.

Sull’Atlante ci sono le previsioni, poi può accadere che in un determinato luogo si scopra che c’è più o meno vento di quello previsto. Quando un’impresa intende realizzare un impianto prima fa uno studio specifico sull’area. Ed è sulla base delle misurazioni fatte in loco, più attendibili, per costruzione, delle stime dell’Atlante, che le banche prestano o non prestano i soldi. Il 95% delle imprese che vogliono fare l’eolico lo fanno con un finanziamento bancario e il finanziamento viene dato loro se dimostrano che possono ripagare il finanziamento ricevuto. Nella stessa direzione vanno i certificati verdi che scattano ogni 50mila Kw: tutto si basa sulla produzione, se non si produce energia l’imprenditore ci rimette, anche in immagine perché ha sbagliato il progetto, e non c’è quindi motivo per cui imprese italiane, ma soprattutto straniere, debbano venire ad investire in una parte d’Italia in cui il vento non c’è.

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