[09/07/2007] Acqua

Il Tar annulla le concessioni minerarie di salgemma in Val di Cecina

LIVORNO. Accogliendo il ricorso di Wwf, Italia Nostra e Legambiente, Il Tar della Toscana, ha annullato i rinnovi delle concessioni minerarie, rilasciati dalla regione Toscana nel 2006, per la coltivazione delle lenti di salgemma della Val di Cecina da parte di Solvay Chimica Italia e dell’Enti tabacchi italiani (Eti).
Nel 2004 la regione aveva rilasciato la Valutazione di impatto ambientale favorevole al rinnovo delle concessioni minerarie, pur con una serie di condizioni e prescrizioni che gli ambientalisti definirono subito «un ulteriore problema nel problema».

Infatti, per Wwf, Italia Nostra e Legambiente «non solo si dava parere favorevole ad un progetto di coltivazione molto problematico per l´uso importante di risorse primarie quali il sale e l´acqua della Val di Cecina, ma si autorizzava a compensazione un progetto che di sensato aveva poco: il famoso progetto Idro-s. Un progetto che prevedeva di invasare l´acqua delle piene invernali del fiume Cecina per poi utilizzarla a scopi industriali e potabili durante l´estate. L´incongruenza di voler dare da bere ai cittadini l´acqua sporca del fiume, raccolta durante le piene invernali nell´ultimo segmento del fiume, era evidente a tutti e lo é diventato ancora di più l´anno successivo quando si é scoperto che in quell´area ci sono pozzi (attualmente destinati ad uso industriale) che per quantità e qualità superano di gran lunga tutti gli altri pozzi della pianura costiera. Cioè, la prescrizione, pensata a compensazione dei problemi indotti dall´attività mineraria, era quella di dar da bere acqua sporca ai cittadini e il nonsenso, mai così evidente, era che lo stoccaggio ad uso potabile doveva essere realizzato proprio accanto a pozzi di acqua di ottima qualità in uso all´industria».

Dopo la sentenza del Tar le tre associazioni ambientaliste si augurano che la regione riveda la Via, introducendo misure di compensazione: «l´area inizialmente destinata al progetto Idro-s deve essere tutelata perché é l´unica area che oggi può risolvere i problemi potabili della bassa Val di Cecina. Sarebbe davvero stupido realizzare proprio sull´unica falda rimasta intatta un bacino di stoccaggio di acqua derivata dal fiume durante le piene invernali; anche se quest´ultimo dovesse essere utilizzato unicamente per fini industriali non dobbiamo infatti dimenticare che con l´acqua di piena viene giù di tutto: gli scarichi fognari dei comuni a monte; gli scarichi industriali dell´Altair, che non dimentichiamo contengono anche mercurio; animali morti e altro materiale sedimentato; il boro del Possera e quanto altro possiamo aver dimenticato».

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