[05/07/2007] Energia

Eolico, D´Angelis a Italia Nostra: «Un ambientalismo responsabile non fa battaglie di questo tipo»

FIRENZE. Si sono presentati in conferenza stampa con un modellino di pala eolica gli esponenti della Margherita per far comprendere a tutti, produttori vitivinicoli in testa, che le conseguenze dei cambiamenti climatici riguardano (vedi riduzione delle portate dell’Arno) e riguarderanno da vicino la Toscana, dato che in varie sedi e in molti rapporti si delineano scenari sconvolgenti che vedono le area costiere della nostra regione sottoposte a profonde trasformazioni nel giro di 50-70 anni. «Ed è proprio l’agricoltura tipica - dichiarano dalla Margherita - che si troverà ad essere fortemente condizionata dagli impatti del cambiamento climatico sia in termini di aumento della temperatura media, sia in termini di disponibilità idrica che di perdite di terreno per erosione e frane». Tra l’altro già oggi la forte oscillazione nella produttività dei vigneti è dovuta alla estremizzazione delle stagioni. E’ fuor di dubbio che la difesa del territorio, anche del nostro, dove stanno in piedi le attività più svariate, la si attua riducendo le emissioni di gas serra, investendo in risparmio energetico e dando credito ai sistemi energetici alternativi come solare, eolico,geotermia, biomasse... . Questo è il messaggio, condivisibile, lanciato da uno dei partiti della maggioranza che governa la Regione Toscana. Anche se l’eolico è una delle fonti di produzione di elettricità più pulite (con il solare), dato che non si bruciano carburanti, non si generano emissioni, e con l’aiuto della tecnologia attuale si può limitare fortemente il disturbo del rumore, è logico che non possa essere fatto da tutte le parti dato che rimane il problema dell’impatto visivo.

E di qui il ritorno alla mancanza di pianificazione e alla carenza di regole. «Il Piano energetico regionale del 2000 prevedeva 92 siti in tutta la Toscana- informa Erasmo D’Angelis, presidente della commissione ambiente - selezionati eliminando le aree vincolate e considerando la carta dei venti. Da allora più nulla, per questo chiediamo un aggiornamento. Rispetto ai siti- prosegue il consigliere della Margherita- possono essere prese in considerazione anche le aree portuali che sono fortemente ventose». Il richiamo ad una regolamentazione chiara e non oppressiva, che uniformi i criteri per l’ottenimento delle concessioni, con garanzie di tutela del paesaggio e certezze nei tempi e modi di ottenimento delle licenze, viene da Francesco Pacini, coordinatore del gruppo consiliare regionale della Margherita: «il rischio è quello di trovarsi in una situazione caotica nella quale progetti interessanti sono bloccati e vincono le beghe locali. La nostra regione- spiega Pacini- già oggi in rispetto del principio di precauzione ha attuato una scelta più forte rispetto al legislatore nazionale, perché sottopone gli impianti eolici alla procedura di verifica che può portare alla VIA (non prevista oggi dalla normativa per l’eolico)- Visto però il conflitto sociale in atto, noi proponiamo di estendere l’obbligatorietà di Via a questi impianti, ma dimezzando i tempi delle procedure. In questa direzione- conclude Pacini- proporremmo al Consiglio il varo di una modifica ad hoc della Lr 79/98».

Un ottima pianificazione e regolamentazione comunque non servirà da sola ad eliminare il conflitto sul territorio, per questo sarà necessario istruire percorsi di partecipazione. Conflitti e posizioni opposte che tra l’altro stanno dividendo e complicando i rapporti tra due importanti associazioni ambientaliste, Legambiente e Italia Nostra. Cosa ne pensa la Margherita? «in merito alla partecipazione è importante parlare, comunicare, discutere e non rispondere con la carta bollata- riprende De Angelis- se poi localmente si vuol ricorrere al referendum, ben venga. Dove sono stati fatti l’eolico ha vinto dimostrando che i cittadini sono più avanti rispetto a certe posizioni di conservazione. Per quanto riguarda Ripa di Meana (presidente di Italia Nostra ndr) dovrebbe riflettere, riflettere, riflettere perché lui i referendum li ha persi. Un ambientalismo responsabile e moderno-conclude D’Angelis- non fa battaglie di questo tipo».

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