[05/07/2007] Urbanistica

Economia, politiche rurali e sostenibilità in Toscana

FIRENZE. Quasi 200 pagine ricche di dati quelle del IX Rapporto su “Economia e politiche rurali in Toscana”, redatto da Irpet e Arsia e presentato oggi. Il comparto agroalimentare risente del “clima” positivo di ripresa che ha contraddistinto l’economia toscana nel 2006. Il settore nel complesso cresce dell’1,7% anche se è l’industria alimentare a fare da traino (+4,8%), mentre il comparto agricolo (+ 0,2 %) rimane costante, quando però a scala nazionale viene segnato qualche punto percentuale negativo. Aumenta anche la produzione lorda vendibile +1,2% rispetto all’anno precedente.

«E’ una realtà articolata ed in trasformazione quella del settore agroalimentare e non è facile fare una sintesi - dichiara Maria Grazia Mammuccini amministratore Arsia - ma quello che voglio evidenziare è il trend di consolidamento dell’agricoltura regionale: il valore del prodotto regionale a prezzi costanti risulta nel 2006, superiore dell’8% rispetto a quello del 1980 e del 15% rispetto a quello del 1992 (il più basso registrato in tutto il periodo).

Questo avviene con un sistema che ha vissuto e sta vivendo una trasformazione profonda. Ad esempio le imprese soprattutto le piccole e le piccolissime sono diminuite del 37% dal 2000». I dati nello specifico evidenziano una crescita moderata per la produzione agricola, con andamenti differenziati nei comparti. Aumentano i consumi alimentari delle famiglie, buono l’andamento delle vendite all’estero, in particolare verso Nord America e Paesi Ue, il cui dato pone la Toscana in recupero rispetto ad altre regioni competitrici.

A far da traino è il settore del vino, dell’olio, del vivaismo ed in particolare come fa notare Renata Caselli (Irpet) «all’interno dei settori sono sempre i prodotti di qualità quelli che hanno maggior successo all’estero, anche se come bilancia commerciale (considerate le importazioni) è solo il vino che ha un bilancio positivo». Aumenta anche l’occupazione +2,7% sul 2005 (il settore rappresenta il 3,8% degli occupati della Regione) e continuano gli investimenti grazie anche al sostegno del finanziamento pubblico (nel periodo 2000-2006 sono stati messi a disposizione da Comunità europea, Stato, Regione circa 800 milioni di euro).

Per quanto riguarda l’analisi delle filiere: bene vino e olio, soffre il settore dei fiori per le pressioni competitive del mercato mondiale anche se il comparto si sta ristrutturando introducendo tecniche a minor impatto ambientale. Purtroppo dopo periodi positivi è in stagnazione anche il settore biologico. Per quanto attiene l’agriturismo, dove la Toscana è leader come offerta nel panorama nazionale, ed il comparto rappresenta il 6,4% del totale dei flussi turistici regionali Caselli fa osservare «da ora in avanti è necessario migliorare i servizi e non accrescere in strutture perché siamo a saturazione».

In molti hanno ripetuto che il settore agroalimentare è stato e sarà in trasformazione, inserito in un contesto globale e locale dove ormai è evidente il problema della disponibilità di risorse energetiche ed idriche che impongono cambiamenti anche nelle produzioni, ma che talvolta possono essere volano per nuovi modi di fare agricoltura e presidiare il territorio. Opportuni in tal senso sono gli approfondimenti che il rapporto ha destinato ad agricoltura ed energia e alla gestione dell’acqua nel settore agricolo in relazione ai cambiamenti climatici perché «i criteri per una moderna ruralità sono nella sostanza scritti - conclude Caselli: competitività, innovazione, qualità, diversificazione».

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