[05/07/2007] Rifiuti

Colmata di Bagnoli a Piombino, Greenpeace scrive a Pecoraro e chiede un incontro urgente

ROMA. Siamo stati informati di un progetto relativo alla realizzazione di una nuova vasca di colmata nel porto di Piombino che, con un volume di 4 milioni di metri cubi supera di molto quella già prevista (1,5 milioni di metri cubi) e sembra piuttosto conformarsi come una vera e propria discarica sulle rive del Santuario dei Cetacei. Questa vasca-discarica non risulta da alcuna stesura progettuale e non sembra necessaria alle esigenze del porto di Piombino e, in generale, della portualità in Toscana e parrebbe in contrasto con il progetto di Variante II al Piano Regolatore Portuale, autorizzato dal Ministero Ambiente.

Ci risulta imminente la firma del relativo Accordo di Programma, che prevedrebbe il trasferimento a Piombino di materiale contaminato proveniente anche dal sito di Bagnoli e La preghiamo di riflettere seriamente sul significato e le conseguenze di queste scelte.
Da una valutazione ovviamente preliminare, sulla quale crediamo varrebbe la pena spendere del tempo per un confronto che preceda ogni ipotesi di intesa che dia avvio a questi lavori, sembra che si prospetti in pratica uno smaltimento dei fanghi portuali di Bagnoli a Piombino, prevedendo tra l’altro un’opera di bonifica dei fanghi campani attraverso un impianto di inertizzazione gestito dalla TAP (Tecnologie Ambientali Pulite) S.p.A., ma non ancora funzionante. Ci risulta tra l’altro che questo impianto sia nato per trattare le scorie siderurgiche stoccate e prodotte dalla ditta Lucchini e non per recuperare fanghi di dragaggio.

Inoltre, vorremmo chiarimenti in merito ad alcune ipotesi, di cui siamo stati informati, che congiuntamente all’Accordo di Programma prevedrebbero un innalzamento dei livelli ammessi di vari contaminanti che ci sembra francamente preoccupante: il mercurio passerebbe da 5 a 1000 mg/kg p.s., il cadmio da 15 a 250.000, il benzo(a)pirene da 10 a 100, il benzo(b)fluorantene da 10 a 1000, il DDT da 0,1 a 1000, l’esacloroesano da 0,5 a 10.000 mg/k.

Le chiediamo quindi un incontro urgente per fugare ogni dubbio sull’impatto ambientale di questo progetto e, con l’occasione, per uno scambio di idee sul futuro del Santuario dei Cetacei che, come sembra potersi affermare anche in questo caso, resta privo di una qualsiasi programmazione strategica finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di tutela per i quali il Santuario stesso è nato.

*Direttore Esecutivo – Greenpeace Italia

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