[03/07/2007] Comunicati

Clima, Realacci dopo l´Eni: «Via la cravatta anche da Camera Deputati»

LIVORNO. Via giacca e cravatta d’estate per risparmiare energia. Lo ha deciso l’Eni con la giustificazione tutta ambientale che senza la ‘divisa’ da lavoro tipica dell’uomo d’affari è possibile tenere l’aria condizionata più bassa negli uffici. In Spagna la stessa scelta è stata presa dalla Acciona (4mila dipendenti) e qualcuno si ricorderà che lo scorso anno fu il Giappone a lanciare la medesima iniziativa. Iniziativa che trova il consenso anche di Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera: «Togliere la cravatta in ufficio per sentire meno caldo e risparmiare l’energia dei condizionatori? Mi sembra un’ottima idea».

«Il risparmio energetico – ha aggiunto - è sicuramente la prima, più ragionevole, economica e lungimirante azione per combattere i mutamenti climatici. Ben vengano tutte le iniziative, dunque, anche le più semplici e immediate, che contribuiscano a raggiungere questo obiettivo. Il suggerimento lanciato dall’Eni potrebbe essere imitato anche da altre aziende e dall’amministrazione pubblica, compresa la Camera dei Deputati. E’ una buona pratica che mi sento di sostenere appieno, anche se forse non sono il migliore testimonial, visto lo scarsissimo utilizzo che faccio dell’accessorio cravatta».

A qualcuno la cosa può sembrare minimale, ma è proprio con i piccoli accorgimenti che – portati su larga scala – si ottengono i migliori risultati. Gli esempi sono tantissimi a partire dall’utilizzo della carta riciclata non solo nel senso stretto di carta derivata da riciclo, ma anche nel senso di adoperare quella utilizzata solo da un lato. Chi lavora nei giornali o nelle agenzie di comunicazione o negli uffici in generale sa benissimo quanta carta (a partire dai fax) arrivi sulle scrivanie: se la si riutilizza per appunti, messaggi o quant’altro il loto ´pulito´ non si avrà più bisogno di nuove risme per mesi (provare per credere).

Solo piccoli esempi di buone pratiche appunto che non sconvolgono l’esistenza di nessuno. Vogliamo, infatti, parlare di quanti sprechi di energia compiamo individualmente ogni giorno? Se ci fermiamo un attimo a pensarci vedremo che con un minimo di accorgimento è possibile diventare virtuosissimi: spegnere le luci inutili, utilizzare lambade a basso consumo, spegnere i led di televisori e radio. La stessa cosa vale per i consumi in generale e ovviamente anche per la mobilità. Insomma, per usare un´unica parola basterebbe un po´ di buonsenso. Quello che secondo ha ´guidato´ appunto l’Eni e che potrebbe essere seguito come esempio – e senza regole o norme o leggi in quanto appunto dettato dal buonsenso - ovunque.

Sull´iniziativa dell´Eni è intervenuto anche il Wwf, attraverso Andrea Colucci, responsabile della direzione comunicazione e dei rapporti istituzionali con le imprese: «L´iniziativa di Eni di risparmiare sul condizionamento, togliendo l´obbligo a portare la cravatta in ufficio, è senz´altro positiva. Se sarà seguita dalle aziende italiane e dalle amministrazioni pubbliche non può che dare un contributo al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2. Certamente però, da un gigante dell´energia come Eni, ci aspettiamo che questa iniziativa non esaurisca spinta a contrasto del riscaldamento globale. E´ certamente lecito attendersi investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico per rendere sempre più competitive e accessibili le fonti sostenibili e rinnovabili, riducendo così la dipendenza di ogni cittadino dai combustibili fossili.Una scommessa che, ci aspettiamo, Eni possa intraprendere con forza e mezzi adeguati».

Legambiente accoglie con soddisfazione l´iniziativa dell´Eni e rlancia: «Questo gesto - sono parole del presidente Della Seta - contribuirà a contrastare l’effetto serra non solo in modo simbolico. Ora sarebbe auspicabile che anche altre grandi aziende come Fiat, Enel, Telecom, le grandi Banche e i palazzi delle Istituzioni, Parlamento, Ministeri, Regioni, facessero altrettanto. Sarebbe il segnale concreto che anche il mondo dell’impresa e della politica hanno finalmente capito che fermare i cambiamenti climatici è una priorità assoluta».

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