[02/03/2006] Urbanistica

Rinviato di tre settimane il processo per «Elbopoli»

GENOVA. E’ iniziato con un rinvio il processo per lo scandalo ormai noto come «Elbopoli», una complessa vicenda di abusi edilizi e di corruzione. Non un rinvio di troppo tempo: appena tre settimane. Giovedì 23, infatti, riprenderanno le udienze al Tribunale di Genova. Fra gli imputati ci sono eccellenti: i provvedimenti a loro carico fecero scalpore nel settembre 2003, quando furono emessi.

Pubblici funzionari di spicco come l’ex prefetto di Livorno Vincenzo Gallitto ed il suo vice Giuseppe Pesce, l’ex capo dei giudici per le indagini preliminari del tribunale livornese Germano Lamberti, gli imprenditori edili pistoiesi Franco Giusti e Fiorello Filippi.

Una vicenda giudiziaria dalla quale è invece uscito di scena l’ingegnere grossetano Uberto Coppetelli, consulente dei due impresari e morto in un incidente aereo.

I due magistrati che hanno diretto l’indagine, ovvero il procuratore aggiunto Mario Molisani e il sostituto Paola Calleri, ottennero dal giudice per le indagini preliminari una ordinanza che disegnava responsabilità precise a carico del giudice Lamberti, che in un suo avrebbe «affermato princìpi giuridici, fatti e circostanze, pur nella consapevolezza e convinzione che essi fossero del tutto errati e non corrispondenti alla reale situazione giuridica, con il solo scopo di favorire gli indagati».

Il provvedimento in questione era il rigetto di una richiesta di sequestro di un complesso immobiliare che l’azienda dei costruttori Giusti e Filippi stava realizzando a Procchio (nella foto), nel Comune di Marciana. Il sostituto livornese Antonio Giaconi aveva, infatti, richiesto al gip il sequestro di un’opera che stava sorgendo in una zona colpita dall’alluvione del settembre 2002, poco meno di un anno fa e, come tale, sottoposta allo stop totale all’edificabilità imposto per un anno da una legge regionale, la 10/50. Lamberti però aveva detto «no» al sequestro, ricevendo in cambio, questa è la tesi dell’accusa, «uno sconto» sull’acquisto di un appartamento in un complesso che la stessa impresa avrebbe costruito in un’altra parte dell’isola, in località Cavo, nel territorio comunale di Rio Marina.

Secondo il gip ligure, infatti, «l´accertata sussistenza di suoi atti contro i doveri d´ufficio impone di proseguire l’esame dei fatti per verificare l’esistenza delle promesse a favore di Lamberti delle utilità consistenti di due appartamenti di cui almeno uno a prezzo agevolato». Dalle intercettazioni telefoniche della Guardia di Finanza di Livorno, sembra emergere con sufficiente chiarezza anche la portata del coinvolgimento dei due prefetti.

In una conversazione tra il prefetto Gallitto, che precedentemente aveva chiesto un appartamento per il giudice Lamberti a Procchio «non sulla strada, ma in una posizione migliore, sul dietro, dalla parte del giardino», e lo stesso Lamberti, è il magistrato a rassicurarlo affermando di aver controllato lui stesso i fascicoli dei suoi colleghi e «non c’era niente, era tre mesi fa» (l´inchiesta era infatti passata a Genova).

In un’altra telefonata fra i due prefetti Gallitto chiedeva a Pesce (suo vice e commissario prefettizio a Rio Marina dopo la caduta della giunta comunale) se «era tutto a posto» e il prefetto di Isernia rispondeva: «No per niente, quello (il Giusti), non capisce niente ed è pure pericoloso».

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