[29/06/2007] Comunicati

Sul concetto di crescita sostenibile vagheggiato dal Dpef

LIVORNO. «Il Dpef 2008-2011, presentato dal Governo, pone l’accento su un modello di crescita sostenibile sotto il profilo finanziario, sociale e ambientale» così si legge nel comunicato stampa diramato nella conferenza stampa a fine Consiglio dei ministri di ieri.
E più avanti spiega che «una crescita robusta e sostenibile è condizione necessaria affinché il risanamento finanziario, dovuto alla manovra impegnativa e rigorosa dell’anno scorso, si traduca in un miglioramento duraturo» e prosegue: «ma per far sì che si trasformino in fenomeni strutturali, crescita e risanamento dovranno risultare anche socialmente equi e sostenibili dal punto di vista ambientale, come indicato nei capitoli specifici del documento».

Capitoli che nella relazione del ministro Padoa Schioppa vengono richiamati in “clima e ambiente”, ma che toccano i criteri della sostenibilità anche in “energia” e “mobilità.
Basta questo a far dichiarare un Dpef sostenibile dal punto di vista ambientale? Forse no, ma sta di fatto che nel documento che fissa i “paletti” per la futura manovra finanziaria si mettono a tema (anche se non si mettono ancora via fondi) per impostare politiche indirizzate alla sostenibilità. Resta da capire come coniugare la crescita (intesa nel senso classico del termine) con la sostenibilità (intesa come equilibrio con l’ecosistema), ma senza dubbio si deve ammettere che c’è stato un elemento di apertura non scontato e non di poco conto.

Ne dà un giudizio positivo Pecoraro Scanio, «perchè il concetto di sostenibilità ambientale entra a pieno titolo nella programmazione economico finanziaria» e perché sempre secondo il minsitro dell´ambiente «definire chiaramente che la crescita deve essere ambientalmente sostenibile è infatti un chiaro passo in avanti che fa ben sperare».
Ci sarebbe da dire come si fa a conciliare un piano nazionale dei trasporti che prevede (correttamente) la diversificazione del trasporto merci su lunghe distanze a favore della rotaia e del cabotaggio e la promozione dell’intermodalità se poi si vara a fianco un pacchetto per le infrastrutture di due miliardi di euro in cui la gran parte destinata ad autostrade. E come si concilia questo con un documento di programmazione finanziaria che si pone (correttamente) il problema di rispettare gli obiettivi di Kyoto. Dato che il trasporto su gomma dà un contributo non certo trascurabile alle emissioni di Co2.

C’è da dire che i capitoli relativi al raggiungimento di questi obiettivi contengono misure ripartite sui vari comparti che tengono sempre come elemento di riferimento l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, non solo quindi quando si parla di risparmio, efficienza energetica e fonti rinnovabili, dove le misure sono tante e varie, ma lo fanno anche quando si prevedono interventi mirati alla difesa e consumo del suolo, all’agricoltura e foreste o alla biodiversità e le aree protette.

Anche nel capitolo rifiuti ad esempio è stata inserita l’indicazione che era venuta dalla Commissione ambiente della Camera, nel documento finale relativo all’inchiesta sul riciclaggio, che prevede la definizione di obiettivi di riciclaggio di materiali provenienti da raccolta differenziata per l’assegnazione di certificati bianchi. Incentivo che magari sarebbe interessante estendere anche alla riduzione dell’uso degli imballaggi che pure viene richiamata, ma solo come tema, senza cioè abbinarla ad elementi che ne stimolino l’azione. Come del resto non è contemplato niente che riguardi un significativo risparmio di materia nei processi produttivi, che avrebbe un importante riflesso anch’esso oltre che alla riduzione dell’uso delle materie prime, anche nella riduzione dei flussi di rifiuti prodotti e quindi di Co2 risparmiata per il loro smaltimento. Ma questo aspetto non è davvero ancora nemmeno a tema.

Quello che però non è chiaro dai documenti che vengono anticipati, è quanti sono i fondi messi a parte per tutti questi capitoli. O forse queti fondi ancora non ci sono proprio. E forse l’obiettivo era intanto di far passare il “concetto” che come dice il ministro Pecoraro: «servirà per chiedere un allegato ambientale alla Finanziaria».
Quello che serve adesso è allora la predisposizione di provvedimenti concreti per dare gambe a quanto previsto. Sperando non si perdano pezzi strada facendo.

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