[26/06/2007] Rifiuti

Filiera del riciclo. Troppi consorzi indeboliscono il sistema

LIVORNO. Dall’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati, emergono anche alcuni soluzioni possibili per risolvere le criticità ricontrate nel settore dell’industria del riciclo e permettere che si possano sviluppare appieno le potenzialità che ha dimostrato di avere.
Nello specifico la Commissione si è concentrata nell’individuare alcuni punti da segnalare, come interventi di riforma decreto legislativo n. 152 del 2006, attualmente in corso e su cui la commissione ha presentato oggi una bozza di parere in merito al secondo decreto legislativo correttivo del Codice ambientale, che sarà illustrata oggi e messa la voto giovedì.

In particolare riguardo al settore dell’industria del riciclo, la Commissione segnala il rischio che la moltiplicazione dei consorzi come prevista nell’attuale 152 del 2006 seppur motivato dalla legittima aspirazione a superare situazioni di monopolio, possa indebolire piuttosto che rafforzare il sistema.
In questo senso si ritiene senza dubbio opportuno rivedere alcuni elementi di funzionamento del sistema consorzi di filiera Conai, rispetto alla situazione di oggi, nell’ottica di una maggiore trasparenza, senza però stravolgerne l’impianto originale. Come non si ravvede, per altro, la necessità di riscrivere gli statuti dei singoli consorzi o di rendere incompatibili la partecipazione degli amministratori dei consorzi di filiera al consiglio di amministrazione del Conai.

La Commissione ritiene utile anche l’esigenza di prevedere misure e strumenti che mettano i consorzi, e in generale il comparto del riciclo, in grado di trasferire le proprie tecnologie, sia mediante l’attribuzione di specifiche competenze sia attraverso l’adeguato supporto da parte degli enti e delle autorità nazionali operanti sul piano internazionale. Questo sulla base del fatto che si stanno sempre più aprendo canali nei confronti dei paesi ad economia emergente, che chiedono l’esportazione delle capacità e dei modelli italiani di raccolta, riciclo e valorizzazione dei beni e prodotti del riciclo

Infine un aspetto emergente, su cui la Commissione dichiara di voler fare le necessarie verifiche, riguarda l’eventuale valorizzazione di quelle attività connesse al ciclo di recupero dei materiali, che favoriscono il risparmio energetico e, in particolare, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Al riguardo, non sembrerebbe quindi escludersi la possibilità che si studi il possibile inserimento di tali attività all’interno dei parametri per il riconoscimento delle incentivazioni previste dalla normativa vigente per le fonti rinnovabili e, nello specifico, per l’eventuale emissione di certificati bianchi.

Un attenzione è stata rivolta anche agli strumenti a supporto del mercato dei materiali recuperati, con il ruolo che può svolgere il settore pubblico attraverso gli acquisti verdi. A tale proposito è intenzione della Commissione intervenire per rafforzare e migliorare questo strumento, che ad oggi in effetti è rimasto più sulla carta che nelle azioni.

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