[21/06/2007] Energia

I primi commenti sulle trivellazioni in Toscana: «Assurdità», «Follia», «Idiozia»,

FIRENZE. Durissime le prime prese di posizione sul clamoroso “errore” della Regione Toscana, che ha concesso (ma come si legge nell’articolo sopra annullerà quanto prima la delibera) tre permessi per effettuare “esplorazioni” e “autorizzazioni di ricerca” di idrocarburi in tre aree del Sud della Toscana. «E’ davvero assurdo – dichiara Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - Non avremmo mai creduto che la Regione Toscana sarebbe arrivata a prendere una decisione del genere. E se non fosse stata pubblicata sul bollettino ufficiale, stenteremmo a crederci. Ci aspettiamo adesso un’immediata revoca delle autorizzazioni in netto contrasto con gli sforzi per preservare e valorizzare lo straordinario patrimonio paesaggistico della Toscana. Non ci capacitiamo poi del fatto che queste decisioni vengano prese da quegli stessi uffici che, d’altro canto, frenano sulla localizzazione degli impianti eolici. Un comportamento davvero incomprensibile».

Per Erasmo D’Angelis, presidente della commissione ambiente del Consiglio regionale della Toscana (che non era stato informato della cosa) si tratta «di un fatto dalla gravità politica enorme. Sono allibito dalla leggerezza che è stata commessa – spiega D’Angelis - Qualsiasi ipotesi di attività di perforazione e “trivellazione” sarebbe pura follia e nessuna istituzione regionale potrà mai autorizzare la trasformazione del Chianti in una prateria texana».

Il consigliere dei Verdi in consiglio regionale Fabio Roggiolani come al solito non si risparmia: «chi ha firmato è un’idiota. Fortunatamente non è un’autorizzazione a trivellare, ma resta comunque un’idiozia di dimensioni galattiche. La revoca immediata dell’intesa è assolutamente necessaria perché questo è il classico inizio con cui si maschera l’intenzione di arrivare alla fine all’estrazione di Co2».
«La colpa grava prima che sulla giunta – conclude Roggiolani - su quei dirigenti che hanno posto la cosa in modo non comprensibile: questa classe di mandarini che è alla base di tutti gli scempi toscani ha dei nomi e dei cognomi, e non possiamo più ignorare la questione».

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