[21/06/2007] Consumo

Greenpeace: «Soia ogm alle mucche del Parmigiano reggiano»

LIVORNO. «Il disciplinare di produzione del Parmigiano oggi non vieta l’uso degli Ogm nell’alimentazione animale. Nella pratica, ciò significa che le bovine che forniscono il latte ai caseifici aderenti al Consorzio, si nutrono anche di soia Ogm». E’ l’allarme lanciato da Greenpeace che ha lanciato una campagna per salvare il parmigiano reggiano dagli ogm: nei mangimi utilizzati per integrare la dieta delle bovine che forniscono il prezioso latte destinato alla produzione del Parmigiano, fanno sapere dall’associazione ambientalista, si è insinuata infatti la soia transgenica della Monsanto.
«Proprio perché amiamo questo prodotto - ha chiarito Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace - vogliamo essere certi che venga tutelato, e che questa tutela porti con sé garanzia di qualità e sicurezza, per l’ambiente e per i consumatori»

Oggi in Italia, sono sempre più numerosi i prodotti e i produttori, che escludono l´uso di Ogm in tutti i passaggi della produzione - sia negli ingredienti che nei mangimi animali. «Il Consorzio del Parmigiano-Reggiano non è riuscito, fino ad ora, a evitare l´impiego di mangimi contenenti Ogm dal disciplinare di produzione, ma questa scelta è possibile e praticabile oltre che necessaria per tutelare questa produzione» ha spiegato la Ferrario. «Nel circuito del Parmigiano, questo già avviene per la produzione biologica e per quei primi produttori che, autonomamente, hanno già attivato filiere completamente non-Ogm anche nei mangimi, una voce che il Consorzio dovrebbe ascoltare».

Greenpeace è disponibile a collaborare col Consorzio del Parmigiano per eliminare l’utilizzo degli Ogm nella filiera produttiva e mette a disposizione dei consumatori un sito web www.parmigiaNOgm.it per avere maggiori informazioni e scrivere al consorzio di modificare il disciplinare, non usando più Ogm nei mangimi.

Gli Ogm, oltre agli ormai comprovati pericoli legati al loro rilascio in ambiente, continuano a essere al centro dell’attenzione anche a causa delle incertezze legate al loro consumo umano e animale. La comunità scientifica è divisa, e nuovi studi indipendenti dimostrano che gli Ogm non vengono adeguatamente studiati prima di ottenere l’autorizzazione al commercio e al consumo, confermando il fallimento dell’attuale sistema autorizzativo europeo sugli Ogm.

I consumatori continuano a rifiutarli e lo scorso febbraio, Greenpeace ha consegnato alla Commissione europea, una petizione firmata da oltre un milione di cittadini, per chiedere l’etichettatura dei prodotti derivati da animali nutriti con Ogm, come latte, carne, uova o formaggio.

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