[19/06/2007] Rifiuti

Raee, Arienti: «Spero non ci siano tentativi di bloccare il decreto»

LIVORNO. Fra pochi giorni potrebbe divenire operativa la normativa che regola il trattamento a fine vita degli apparecchi elettrici ed elettronici, in sigla Raee. Se non ci saranno - come sembra emergere dall’intervista rilasciata ieri da Paolo Cesco di Fise Assoambiente (vedi greenreport del 18.06) ulteriori proroghe - a luglio entrerà in vigore infatti il D.Lgs. 151/05 che recepisce la specifica direttiva sulla gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, affidandone la gestione ai produttori. Alcuni nodi da sciogliere ancora rimangono però, e questo potrebbe significare un ulteriore slittamento. Ne abbiamo parlato oggi con Giorgio Arienti direttore generale di Ecodom e presidente del Centro di Coordinamento Raee.

Arienti, crede che questa volta il decreto legislativo sui Raee vedrà finalmente la luce?
«Il decreto che è al vaglio del Consiglio di Stato e che ha approvato sia il centro di coordinamento dei sistemi collettivi sia il comitato di indirizzo sulla gestione, prevede un regime transitorio che consente di dare avvio al nuovo sistema Raee con un percorso a tappe che prevede nella prima fase di finanziare le attività svolte ora dai comuni e poi da novembre i produttori, attraverso i sistemi collettivi, avranno il ruolo sull’intera gestione. Io credo che i produttori possono farsi carico di questa fase iniziale per poter poi andare alla piena operatività.
Quindi mi auguro che si possa sperimentare anche se con notevole ritardo quello che in altri paesi europei è già storia».

C’è però un problema che riguarda proprio il finanziamento in questa fase transitoria.
«Questo percorso transitorio ci è sembrato il migliore per scongiurare un’altra proroga e finalmente dare avvio al sistema Raee. Quando abbiamo accettato l’idea del periodo transitorio abbiamo voluto limitarne la durata e mettere un tetto all’importo, per questo si è deciso che fosse forfettario a ristoro delle attività svolte a livello locale. Noi non accetteremo però di pagare il trattamento avvenuto senza avere garanzie su come avviene questo trattamento. In questi 120 giorni i comuni avranno un rimborso fatto su dati oggettivi: siamo arrivati a recuperare secondo le statistiche ufficiali 1,4 kg per abitante e credo che questo sia un dato su cui ci si può attestare. Analogamente per i costi ci si può accordare. Spetta poi a Anci e alla parte pubblica stabilire come debba essere ripartito sia per i costi sostenuti nel trattamento, sia per al costruzione di isole ecologiche. I produttori non hanno voce in capitolo né competenze su questo».

Quali sono ancora gli ostacoli che potrebbero esserci sul percorso da qui a luglio?
«Temo che ci potrà essere qualche tentativo di bloccarle l’uscita del decreto legislativo, perché alcune categorie non sono soddisfatte, ad esempio i distributori perché non hanno visto accettare la loro richiesta di semplificazione degli adempimenti burocratici. Sto notando poi un certo malcontento nel mondo dei recuperatori perché c’è la preoccupazione che con l’avvento dei sistemi collettivi dei produttori ci sia per alcuni degli impianti di trattamento una diminuzione dei materiali da trattare».

Perché?
«Esiste una capacità produttiva di trattamento molto superiore al fabbisogno. Questo è vero nel settore dei frigoriferi, ed è reale anche negli altri elettrodomestici bianchi. Quindi in una situazione in cui non è più un comune che decide dove conferire per il trattamento e non ci sarà più una trattativa diretta, ma cambiando l’interlocutore che sarà a regime il sistema collettivo e avendo una visuale a livello nazionale sul sistema, noi abbiamo la certezza che gli impianto esistenti sono troppi. Quindi c’è la preoccupazione per le piattaforme di recupero di restare senza lavoro. Il secondo ordine di problemi può essere dopo che il Decreto legislativo è divenuto operativo: io credo che ci sarà qualche forma di malcontento da parte della distribuzione perché mancano le semplificazioni amministrative e già ha annunciato che non sarà in grado in questo modo di far fronte alla resa in cambio del nuovo acquisto. E credo che renderà pubblico il proprio malcontento».

Ma questo semmai verrà dopo.
«Sì, la speranza è di poter vedere messo in opera il sistema, poi gli eventuali aggiustamenti potranno venire successivamente. Ma intanto ci auguriamo che ci venga data la possibilità di intercettare quei 10 kilogrammi ad abitante che rappresentano la quantità di beni acquistati ogni anno nel nostro paese e che diventano rifiuti. E poi non dico di raggiungere obiettivi come in Svezia e Norvegia che ormai recuperano quantità pari a 14 chilogrammi di Raee per abitante, ma l’Irlanda che ha iniziato da un anno ed è già arrivata a oltre 7chilogrammi per abitante può essere un esempio da imitare».

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