[19/06/2007] Rifiuti

A quando una pagina del Sole24Ore sulla riduzione dei flussi di materia?

LIVORNO. Quando un giornale come il Sole24Ore dedica la sua prima pagina di Economia e imprese al risparmio energetico, inteso come consumi più razionali che porterebbero ad un taglio di 30 milioni di tonnellate di petrolio, significa che qualcosa si sta davvero muovendo. Sulla strada della sostenibilità. Anche perché proprio il quotidiano di Confindustria ultimamente appare piuttosto attento a incrociare l’economia e l’ecologia e non è un caso se qualche settima fa ha ‘vestito’ di verde il suo inserto Nova, riempiendolo interamente di notizie legate all’ambiente.

Qualcuno potrebbe dire – non senza argomenti - che rispetto a quando questo tema (risparmio energetico e non solo) fu posto, sono passati trent’anni. Ma almeno si comincia a vedere qualche risultato. Anche perché non solo se ne parla, ma lo si fa per dare notizia che Confindustria ha presentato al ministero dello sviluppo economico uno studio che dà – dice il Sole – il contributo delle imprese alla stesura del Piano nazionale di efficienza energetica. Piano che il Governo presenterà alla Commissione europea entro fine mese.

Nella stessa pagina, di spalla, anche la vicepresidente di Confindustria Emma Marcegaglia ribadisce che la «vera risorsa nascosta sono le politiche anti-spreco». Marcegaglia parla di ecologia, investimenti e mix. Certo, non dimentica di tirare in mezzo nuovamente il nucleare, ma questo sta (purtroppo) nelle cose. Il dato di fatto è che – a distanza come dicevamo di circa trent’anni – persino Confindustria concorda sulla necessità di ridurre i consumi di energia e lavorare quindi su questi flussi. Accanto a questo, però, c’è ancora un assente. Stiamo parlando dei flussi di materia. I negletti flussi di materia che ancora una volta restano nel dimenticatoio.

E pensare che – come abbiamo già scritto più volte – l’Istat li monitorizza dal 2002. E l’ultimo rapporto è di pochi giorni fa. Completamente ignorato. Segnaliamo solo cosa l’Istat dice a proposito dell’utilità della misurazione (almeno) dei flussi di materia: Lo spostamento di masse fisiche costituisce la base per una misurazione del potenziale di rischio per la sostenibilità ecologica che il sistema antropico nel suo complesso esprime, più che per una quantificazione di specifiche pressioni ambientali effettivamente esercitate, le quali sono legate in maniera complessa all’entità dei flussi di materia. Tale potenziale di rischio è dato dall’ampiezza complessiva delle interazioni fisiche con l’ambiente naturale, la cui misura è fornita appunto dalla contabilità dei flussi di materia attraverso il peso della massa che fluisce tra i due sistemi a causa delle attività umane.

Tutta questa materia o quasi, ovviamente, diventerà prodotto. Che a sua volta diventerà rifiuto. Le curve per misurare gli scostamenti quasi al livello di quelli che ci sono per i flussi di energia ci sono, basta leggere il rapporto Istat, e il tema è stato posto anni fa. Se non si interviene su questi flussi la riduzione dei rifiuti è praticamente un’utopia. A quando una pagina del Sole24Ore sulla riduzione dei flussi di materia?

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