[01/03/2006] Urbanistica

Termovalorizzatore a Case Passerini. Gori: «Nel piano approvato c´è tutto quello che ci serve»

FIRENZE. Se c´è qualcosa che andrebbe "trattato a freddo" è la discussione sul governo dei rifiuti nella provincia di Firenze e nell´area metropolitana che invece appare al calor bianco: Riccardo Gori (nella foto), capogruppo Ds in consiglio provinciale, nella scorsa legislatura era assessore all´ambiente e dunque il regista del precedente Piano che individuava nell´ Osmannoro la sede del termovalorizzatore Può spiegarci le ragioni del suo spostamento a Case Passerini?

«Partiamo dall’inizio: il piano provinciale dei rifiuti di Firenze a suo tempo aveva indicato nella attività preventiva la priorità da seguire per la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, fissando come valore guida la raccolta differenziata al 50% e la riduzione della produzione dei rifiuti del 6%. Dal 2000 al 2004 il mio assessorato ha attivato contributi finanziari per oltre un milione di euro che sicuramente ci hanno aiutato a raggiungere la quota del 35% di raccolta differenziata. Nel nostro piano provinciale si puntava quindi ad arrivare a poter fare a meno delle discariche e trattare tutto il residuale con un sistema di termovalorizzazione, prevedendo di riutilizzare un vecchio inceneritore e un vecchio rigassificatore, rispettivamente in Val di Sieve e nel Chianti. Il terzo impianto doveva essere invece costruito nella piana di Firenze ed era stato ipotizzato inizialmente Osmannoro 2000. Contemporaneamente è stato avviato uno studio di impatto sanitario che è durato diverso tempo consentendo alla fine di arrivare a fotografare la salute dell’area vasta della piana.
Alla luce dei risultati di queste analisi abbiamo visto che come impatti era preferibile il sito di Case Passerini ed è quindi prevalso il principio di cautela per Osmannoro 2000»».

La distanza fra l´Osmannoro e Case Passerini quale differenza determina in termini di impatti?
«Lo studio sanitario sulle ricadute del camino dell’inceneritore ha appunto dimostrato che spostare l’impianto a Case Passerini avrebbe avuto un impatto minore sulla popolazione residente, dove non si riscontravano patologie particolari e dove comunque anche in termini assoluti abitano meno persone. Può apparire strano, ma le assicuro che sottoposto al microscopio elettronico, anche le distanze di un chilometro diventano molto significative».

Al di la del problema di Case Passerini, le posizioni in campo spaziano da zero inceneritori al mantenimento di quelli attuali, sia pure ripotenziati e ristrutturati, che sono: Pontassieve, Testi, Faggi Enrico/privato per Firenze e, considerato l´area metropolitana va aggiunto Baciacavallo, Agliana. Il Piano adottato però, prevede di aggiungere a Pontassieve e Testi anche Case Passerini. Insomma la provincia di FI verrebbe ad ospitare tre inceneritori pubblici e uno privato. Mentre l´area metropolitana, considerata la chiusura di Baciacavallo, vedrebbe aggiunti il Calice e il raddoppio di Agliana. Francamente non le sembra un diluvio di inceneritori?
«Non mi sembra proprio un diluvio di inceneritori: intanto Faggi ha un significato minimo, è un camino che brucia metalli preziosi e le emissioni in termini quantitativi sono molto basse. Tra l’altro recentemente sono stati fatti accertamenti molto rigorosi e quindi direi che è un’opinione molto azzardata definirlo inceneritore. E per quanto riguarda il resto ribadisco che il sistema previsto nel Piano comprende due impianti già esistenti che verranno migliorati sotto il profilo tecnologico ed emissivo e la costruzione del nuovo impianto di Case Passerini. Questo sistema di termovalorizzazione è stato studiato considerando il fabbisogno della popolazione e gli obbiettivi di raccolta differenziata e di riduzione che ho detto poco fa. Poi quando un giorno supereremo questi obiettivi saremo ben lieti di valutare se chiudere qualche impianto».

Della posizione di Legambiente, che non rinnega la necessità del recupero energetico ma denuncia la sovrabbbondanza delle proposte istituzionali in campo, che cosa ne pensa?
«Sostanzialmente non ne penso, perché le posizioni sono tante e diversissime. Io dico solo che noi abbiamo fatto le nostre valutazioni e detto come deve essere risolto il problema. Per farlo abbiamo intercettato le culture più avanzate che ci sono in Europa, qualora ci siano proposte diverse che producano un miglioramento saranno bene accolte. Avanti signori, fatte proposte concrete e credibili e ne guadagneremo tutti».

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