[18/06/2007] Aria

Emission trading, dopo un anno e mezzo per l´Ue il bilancio è buono

LIVORNO. Il giro di boa del bilancio dell’emission trading relativo al 2006 sembrerebbe incoraggiante, gli impianti infatti sono generalmente in regola con gli obblighi previsti. A dirlo è l’Unione europea. Nel 2006 il primo periodo di scambio, che ha avuto inizio il primo gennaio 2005 e terminerà il 31 dicembre 2007, è giunto a metà percorso e le emissioni di anidride carbonica degli impianti rientranti nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione sono aumentate dello 0,8%, una percentuale che scende allo 0,3% se si tiene conto dei nuovi impianti inclusi nel sistema.

Entrambi i dati sono nettamente inferiori alla crescita del prodotto interno lordo dell´Unione europea, che nel 2006 è stata del 3%. Questo primo periodo è stato concepito come una fase di rodaggio, in cui verificare se il sistema così concepito funziona e per apprendere dall´esperienza le modifiche necessarie da porre in atto, nel secondo periodo di scambio che avrà inizio il primo gennaio 2008 e durerà cinque anni. Ovvero lo stesso periodo nel corso del quale dovranno essere conseguiti gli obiettivi di Kyoto.

Nell´ambito del sistema dell’emission trading, gli impianti sono tenuti a trasmettere ai registri nazionali i dati relativi alle emissioni verificate. Questi dati confluiscono poi nel Catalogo indipendente comunitario, che ha accertato che nel 2006 le emissioni verificate totali prodotte dagli impianti rientranti nel sistema nell´Ue a 25 sono state pari a 2.026 miliardi di tonnellate di CO2, con un incremento dello 0,8 % rispetto all’anno precedente. E dalle informazioni raccolte nei registri nazionali e trasmesse al Catalogo indipendente comunitario risulterebbe che solo 380 impianti non hanno rispettato l´obbligo di scambio delle emissioni entro la scadenza del primo maggio.

Si tratta generalmente di piccoli impianti, le cui quote di emissione cumulate rappresentano appena l´1% di tutte le quote assegnate nell’unione europea. Circa 160 di questi impianti hanno regolarizzato la loro situazione nel corso del mese di maggio, quindi gli impianti non ancora in regola rappresentano attualmente lo 0,2% delle quote totali assegnate.

Ma non essendo disponibili i dati indipendenti sulle emissioni verificate relativi agli anni precedenti all´avvio dell´emission trading, è difficile poter misurare l´impatto complessivo del sistema sulle emissioni. Anche se dalle prime ricerche condotte in materia, sembrerebbe che le emissioni si siano ridotte di diversi punti percentuali nel 2005 rispetto ai livelli precedenti.
Ma ancora molto poco sia rispetto agli obiettivi di Kyoto, sia rispetto alle quote vincolanti di riduzione del 20% che in maniera unilaterale l’Europa ha deciso di darsi entro il 2020.

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