[15/06/2007] Rifiuti

Colmata di Bagnoli, l´assessore Marrocco frena sul trasferimento a Piombino: «Troppi dubbi»

LIVORNO. Ieri si è tenuto un incontro al Ministero dell’Ambiente, per discutere sulla proposta di accordo di programma relativo all’operazione del trasferimento a Piombino dei materiali provenienti dall’area della colmata di Bagnoli. Colmata che dovrebbe essere rimossa per ripristinare la precedente linea di costa, e che non potrà essere utilizzata dall’Autorità portuale di Napoli che pure prevede degli ampliamenti, perché i tempi delle due operazioni non coincidono e non ci sono spazi per poter stoccare il materiale in attesa di essere utilizzato.

Un´operazione da oltre 100 milioni di euro che, se andrà in porto, permetterà all’Autorità portuale di Piombino di utilizzare quei materiali per riempire almeno una delle vasche di colmata previste nella sistemazione del porto e al comune di ricavarne il substrato per costruire la 398. Ovvero la strada di collegamento dall’Aurelia al porto che, forse per la bramosia di realizzarla, viene inserita in ogni progetto che si ritenga utile al raggiungimento dell’obiettivo.

Infatti è compresa anche nel project financing del corridoio tirrenico ed è uno dei due progetti aggiuntivi a quello originale, per cui servirà una Valutazione d’impatto ambientale.
Ed è anche una delle condizioni poste nell’accordo di programma dal sindaco Gianni Anselmi, per accettare il trasferimento dei materiali della colmata di Bagnoli a Piombino. Le altre due sono lo sviluppo rapido del porto e la centralità della Tap (la piattaforma che dovrebbe trattare i rifiuti industriali ma che ancora non è realizzata) che nell’operazione dovrebbe essere il soggetto che si occupa del trattamento dei materiali inquinanti, sia ai fini della messa in vasca ma anche con riferimento ai materiali inerti per l’utilizzo del sottofondo stradale per la 398. Ma allora di materiali inquinati si tratta? Lo abbiamo chiesto all’assessore Anna Marrocco, dato che la Provincia di Livorno è uno dei soggetti istituzionali coinvolti nell’accordo.

Assessore, ma allora questi materiali che dovranno arrivare da Bagnoli sono rifiuti industriali, o comunque è materiale inquinato?
«Ancora non ci è stata fornita alcuna documentazione relativamente alle caratteristiche del materiale. Quindi non sappiamo che tipo di materiale è, e anzi questa è stata proprio una richiesta specifica che abbiamo fatto, perché è pregiudiziale rispetto all’accordo».

Ma una caratterizzazione era stata fatta dall’Icram, è non vi è stata fornita?
«No ancora non abbiamo niente. E comunque credo che quella dell’Icram, che risale al 1999, fosse una caratterizzazione solo delle aree a mare e non dei materiali presenti nella colmata. Quindi sarebbe comunque largamente insufficiente per decidere».

Ma dal Ministero che dicono? Hanno dato dei tempi per fornire questo materiale?
«Hanno preso nota».

Non potreste chiedere di fare voi attraverso l’organo tecnico, cioè l’Arpat, una caratterizzazione?
«Nell’accordo è previsto che l’Arpat dovrà fare un monitoraggio, ma appunto se ci sarà l’accordo. Per il momento non ci sono le necessarie conoscenze per stabilire se ci sarà o meno. Intanto aspettiamo che ci forniscano loro una caratterizzazione. E oltretutto siamo in un contesto normativo assolutamente incerto. Lo stesso decreto previsto dalla legge finanziaria riguardo ai dragaggi e all’utilizzo dei materiali che da questi provengono, ancora non c’è».

Quindi questo accordo non sembra essere troppo vicino?
«Ci sono ancora tanti dubbi, sia sulla qualità che sulla quantità dei materiali che dovrebbero essere movimentati sia riguardo al quadro normativo di riferimento. Quindi prima di firmare un accordo di programma che è poi stringente e vincolante per i soggetti firmatari, è bene avere maggiori elementi di conoscenza e di chiarezza».

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