[15/06/2007] Rifiuti

Il compost è di qualità anche a Montespertoli

LIVORNO. Gli articoli apparsi in questi giorni che davano conto di sistemi a valle della raccolta dell’organico ben poco funzionanti, stanno creando una diffusa sfiducia nei cittadini sull’utilità di separare a casa quello che poi sembra essere rimescolato in impianto. Ma in Toscana, anche se il sistema a valle della raccolte differenziate è ancora un sistema non completo e sicuramente insufficiente, non per questo è anche diffusamente inefficace. Per quanto riguarda il trattamento della frazione organica, dopo aver sentito Sienambiente per l’impianto di compostaggio delle Cortine di Asciano, abbiamo parlato oggi con il direttore di Publiambiente Franco Mori, per farci spiegare le caratteristiche del materiale che entra nel loro impianto di Montespertoli e soprattutto di quello che esce.

Direttore, da dove proviene la frazione organica che viene lavorata all’impianto gestito da Publiambiente?
«Il nostro impianto funziona su due linee dove avviene la stabilizzazione della frazione organica. In una facciamo la biostabilizzazione dei flussi provenienti dalla raccolte differenziate dell’organico fatte a monte, con produzione di un compost di alta qualità. Nell’altra, il processo di biostabilizzazione riguarda la parte organica selezionata a valle con produzione della cosiddetta fos, ovvero frazione organica stabilizzata. La tecnologia di biostabilizzazione è la stessa, ma il risultato è totalmente diverso, perché è diversa la materia prima lavorata».

E come vengono impiegati i due prodotti che escono dall’impianto?
«La fos può al momento essere usata solo per la copertura delle discariche, il compost di qualità in agricoltura e nel giradinaggio».

La commercializzazione la fate direttamente?
«Abbiamo accordi con fattorie limitrofe e la commercializzazione la fa la Valcofert. Anche se una vera commercializzazione non c’è ancora, diciamo che lo si mette a disposizione dell’agricoltura, mentre nell’industra dell’impacchettamento dopo pellettizzazione un po’ di ritorno c’è».

Quanti sono i quantitativi che trattate in impianto e da quali bacini provengono?
«La frazione organica da raccolte differenziate in ingresso è di 65.000 tonnellate, da cui otteniamo circa 12.000 tonnellate di compost. Le impurezze in ingresso sono nell’ordine del 10-15% ma nel sistema di raffinazione c’è un´ulteriore selezione. Poi va considerata qualche partita fuori standard. Stiamo comunque lavorando per ottenere scarti del 25%. Dal 40 al 50 % è perdita di processo e il resto è compost di alta qualità».

E per l’altra frazione organica da cui si ottiene la fos?
«Per la fos che è una biostabilizzazione del sottovaglio, dipende dalle caratteristiche dell’impianto da cui proviene, dal nostro impianto è circa il 30% del lavorato».

Perché sul compost di qualità non avete scelto di certificarlo come fa Sienambiente?
«Perché abbiamo seguito la strada dell’accordo regionale, che prevedeva un disciplinare condiviso».

Ma quell’accordo ha dato qualche risultato?
«Un dato certo è che tutte le fattorie che lo usano un anno, poi ce lo richiedono, quindi si sta diffondendo il concetto che è un prodotto e non uno scarto, ma è comunque un mercato tutto da costruire».

Torniamo ai vostri bacini di raccolta, quali sono oltre l’area gestita da Publiambiente?
«A noi arriva la frazione organica di tutto l’Ato 5, tutto l’Ato 10 di Prato, tutto l’Ato 2 di Lucca, quasi tutto Livorno, una grossa quantità dall’Ato 9 di Grosseto. E una discreta quantità dall’Ato 6 di Firenze escluso il circondario».

Ma l’impianto ha mai avuto problemi di contestazioni?
«L’impianto in quanto tale è tutto in depressione e abbiamo un biofiltro, le proteste sono state casomai nei confronti della discarica. Il nostro è un impianto ad alta tecnologia, nato dall’interno delle nostre competenze, e continuiamo ad impegnarci i nostri migliori tecnici per la gestione e per il miglioramento del processo. E’ un processo complesso che stiamo migliorando in continuo, siamo già al terzo impianto di raffinazione che montiamo per migliorare la qualità del compost prodotto».

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