[15/06/2007] Parchi

Commercio di animali: tigri ed elefanti saranno più protetti

LIVORNO. Dalla Conferenza Cites dell’Aja giungono buone notizie per il più grande felino vivente: «Le tigri trarranno notevolmente giovamento dall’accordo per una cooperazione crescente tra Cina, India, Nepal e Russia su una strategia regionale per conservazione delle tigri e dell´applicazione coordinata dei comandi su commercio dei prodotti derivati dalla tigre» ha detto Sue Mainka, capo della delegazione Iucn alla conferenza olandese.

La conferenza delle parti della Convenzione che regola il commercio della specie in pericolo (Cites) ha riconosciuto che, per la conservazione globale delle piccole popolazioni di tigri rimaste, sono essenziali la regolamentazione del commercio e la cooperazione transfrontaliera, ma soprattutto occorre creare o migliorare reti regionali di applicazione di politiche di conservazione. Inoltre, la decisione della Cites limita l´allevamento in cattività delle tigri alla sola necessità della conservare delle tigri selvatiche e vieta l’allevamento di tigri per il commercio di loro parti e derivati, un impegno importante, visto che in Asia, e in Cina particolarmente, prodotti a base di tigre vengono usati nella medicina tradizionale.

La tigre (Panthera Tigris) è inserita nella lista rossa della specie minacciate dell’Iucn e si valuta che al mondo esistano ormai solo 2.500 individui adulti allo stato selvatico. Per questo le tigri sono elencate sull´annesso 1 della convenzione Cites , che ne vieta il commercio internazionale e per la Cina esiste un divieto nazionale del commercio di tigri per 14 anni, divieto praticamente ignorato da una vendita semi-illegale di prodotti derivati da questi felini.

La Conferenza dell’Aja si è anche accordata sulla vendita degli stock legali di avorio proveniente da quattro Paesi dell’Africa meridionale, i cui ricavati dovranno andare a finanziare politiche di conservazione degli elefanti e delle comunità locali, per i prossimi nove anni non potranno essere prese in considerazione nuove proposte di vendita di avorio. L’accordo riguarda 60 tonnellate di avorio di Botswana, Namibia e Sudafrica la cui vendita era già stata acconsentita dalla dodicesima conferenza delle parti del Cites con l´aggiunta di tutti gli stock di avorio, registrati al 31 gennaio 2007 come proprietà dello Stato, dei tre Paesi più lo Zimbabwe.

Si tratta di un buon compromesso tra i bisogni economici di Stati africani che non hanno sempre casse floride e la necessità di salvare gli elefanti. La vendita e la spedizione di questo avorio sarà sorvegliata dal segretariato Cites. Attualmente l’unico compratore ufficiale è il Giappone, ma anche la Cina chiede di poter accedere al mercato africano dell’avorio.

Ad eccezione di quelli di Botswana, Namibia, Sudafrica e Zimbabwe, tutti gli altri elefanti africani sono inclusi nell´allegato I della Cites che li protegge da caccia e vendita e prevede la commercializzazione di animali vivi solo in alcune circostanze.

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