[14/06/2007] Rifiuti

L´inceneritore di Arezzo e la pianificazione della gestione dei rifiuti

AREZZO. Il gruppo consiliare di Forza Italia chiede che sui rifiuti si prendano decisioni sentendo prima di tutto il parere dei cittadini. Con un atto di indirizzo presentato dai consiglieri Franco Barbagli, Gianni Cantaloni, Raffaello Giorgetti, Giuseppe Matteucci, il partito di opposizione in consiglio comunale richiede di decidere, «con la urgenza che il caso richiede, dopo aver sentito il parere dei cittadini tutti e in particolare degli abitanti di San Zeno, in merito all’installazione di un sistema di smaltimento dei rifiuti che sappia soddisfare le esigenze della Provincia senza sacrificare la popolazione e prendendo in esame la stessa ipotesi di un raddoppio dell’impianto».

Forza Italia poi fornisce alcuni dati per evidenziare la delicatezza della situazione:«l’attuale impianto di incenerimento dei rifiuti, cosiddetto termovalorizzatore di San Zeno, riesce a bruciare non più di 40 mila tonnellate all’anno. A oggi Arezzo produce 199.000 tonnellate annue di rifiuti mentre si prevede che nel 2010 sarà toccata la soglia delle 230.000. Solo da queste cifre si può riscontrare l’inadeguatezza dell’attuale inceneritore. Il raddoppio in sé non risolverebbe dunque il problema, senza considerare che per ogni 100 kg di rifiuti bruciati si depositano 29 kg di ceneri che devono essere smaltiti». Forza Italia incalza lo schieramento che governa la città a prendere decisioni «L’attuale Amministrazione comunale non ha ancora deciso quale linea strategica adottare e cioè se proseguire a incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti per portarla almeno al 70%, incrementare le discariche per lo smaltimento dei rifiuti, aumentare la portata dell’attuale impianto». I numeri sulla produzione di rifiuti ad Arezzo come in altre città sono importanti.

Per “aggredire” il problema non esiste la bacchetta magica ma una pianificazione basata sulla reale conoscenza dei flussi di rifiuti (tutti) e l’applicazione del sistema integrato di trattamento. In esso è (o meglio dovrebbe essere) inclusa l’attivazione di processi di partecipazione per tutte le fasi. Limitandoci ad analisi parziali e locali (cioè senza toccare il vero problema che è quello dei flussi di materia), chi governa e gestisce il tema rifiuti non sempre si è dimostrato all’altezza. Ma anche da chi può guardare a distanza la situazione, non essendo chiamato direttamente a prendere decisioni, pare che non arrivino proposte alternative da essere definite tali.

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