[14/06/2007] Rifiuti

I flussi di materia fra reale e virtuale

LIVORNO. Oggi Nòva, l’inserto del Sole24Ore, dedica alla logistica e al suo rapporto con la rete virtuale due pagine di grande interesse. Pacchetti di bit e di metallo, si legge nei sommari. De-materia e materia, quindi. E anche materia che contiene materia. Rete virtuale che gestisce una rete fisica, quella dei container appunto. I cosiddetti teu, quelli che ogni giorno riempiti di qualunque cosa (materia) circolano su navi, ferrovie, aerei, camion ovunque nel mondo e il cui flusso viene regolato sempre più attraverso un click. Sono milioni, la loro movimentazione costa sempre meno, è aumentata nel 2006 del 14%, e hanno tutti la stessa forma. Contengono auto, bambole, alimenti, moto, carta, componenti, ma da fuori sono solo una lunga sequenza di grandi parallelepipedi colorati.

Proprio la forma standardizzata permette la loro facile circolazione, anche se si è sempre alla ricerca di un loro spostamento più rapido. Senza soste inutili. Senza sprechi di tempo e di energia. L’ottimizzazione sempre e comunque e per farlo la parola d’ordine è tracciabilità e le tecnologie all’uopo sono racchiuse dietro una sigla: Its (Intelligent Transportation Sistem, ovvero Gprs, Gps, Rfind).

Osservare questo gigantesco meccanismo da fuori serve come esercizio per capire che cosa accade ogni minuto quando si parla di mercato globale e quanto questo abbia a che fare con la sostenibilità ambientale. Virtuale e fisico, come detto, si incrociano a doppio filo. Da una parte c’è un gruppo di lavoratori che davanti ad un pc dirigono il traffico. Potrebbero farlo da casa, magari con un telefonino di nuovissima generazione. Quasi non ci sarebbe neppure bisogno di un ufficio. Ma contemporaneamente con un clik spostano milioni di teu con all’interno tonnellate e tonnellate di materia tutt’altro che virtuale. E il rovescio della medaglia di una ottimizzazione spinta all’efficienza massima è che questo flusso di materia sarà sempre più massiccio.

Anche se magari si potrà pure sprecare meno energia perché si trasporteranno più cose con meno viaggi. Questa materia, però, resterà materia per sempre, come ci ha insegnato Lavoisier. E presto o tardi si degraderà per diventare rifiuto. Conoscere i flussi di materia – non seguirli perché una volta che li hai seguiti non hai risolto niente - è dunque cosa fondamentale e imprescindibile nello sforzo di ridurli e di ridurne gli impatti. Il punto è il solito – anche se queste curve sono analizzate e l’Istat almeno in Italia le studia e le registra dal 1980 – il tema, in questa sua dimensione fisica reale, è assolutamente negletto.

Si guarda ad un futuro con l’obiettivo di velocizzare al massimo i traffici, ricercare costantemente nuovi mercati da aggredire, nuovi target di consumatori. Vedere, vendere, vedere, crescere, crescere, crescere e l´estrazione-trasformazione- trasporto-utilizzo e rifiuto di materia è la base su cui tutto, poi, da virtuale diventa reale. Anzi, tutto il virtuale e tutto il de-materializzato è comunque funzione e strumento per aumentare i flussi di materia. La cui riduzione non può certo darsi facendo rimanere inchiodata l´attenzione alla sua gestione finale di rifiuto. Quella può essere solo ottimizzata nell´ottica della riduzione degli impatti.

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