[14/06/2007] Comunicati

Clima impazzito e Aids portano il Lesotho alla fame

LIVORNO. La Fao e il Programma alimentare mondiale (Pam) hanno lanciato l’allarme per la drammatica situazione del Lesotho, il piccolo regno interamente circondato dal Sudafrica, dove è in atto una crisi alimentare che, senza urgenti aiuti internazionali, potrebbe assumere grandi dimensioni. Il regno del Lesotho è stato colpito da una delle peggiori siccità degli ultimi 30 anni che ha causato la perdita dei raccolti e portato i prezzi dei cereali alle stelle.

Oltre un quinto dei due milioni di abitanti dovrà far fronte alla mancanza di cibo, ma la situazione si aggraverà ulteriormente nei primi mesi del 2008 e, secondo la Fao, già da settembre «circa 140 mila persone avranno bisogno di aiuti alimentari, specialmente a causa dell’aumento dei prezzi dei cereali e delle poche opportunità di lavoro temporaneo in conseguenza del cattivo raccolto, che per molti contadini è stato inesistente».

Il Lesotho, un piccolo Paese di montagna, è tra i più esposti ai mutamenti climatici e secondo Amir Abdulla, direttore regionale del Pam per l’Africa Australe «l’ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro cattivo raccolto, un paese dove vi sono già così tante persone che vivono al limite della sopravvivenza, che lottano per far fronte agli effetti combinati di cattive stagioni produttive consecutive, povertà estrema e Aids. L’aumento dei prezzi dei cereali non farà altro che aggravare la situazione, perché molte persone non saranno in grado di comprare cibo a sufficienza per sé e per la propria famiglia».

La produzione di cereali sarà di sole 72 mila tonnellate, il 40% in meno del già misero raccolto del 2006, mentre il fabbisogno alimentare del Paese è stimato in 360 mila tonnellate. «Anche tenendo conto delle importazioni commerciali e il livello attuale di aiuti alimentari – spiega la Fao - per soddisfare il fabbisogno minimo della popolazione occorreranno 30 mila tonnellate di cereali e 6.700 tonnellate di altri alimenti, o l’equivalente in denaro».

Al calo drammatico della resa media si è aggiunta una riduzione del 20% per cento dell’area seminata rispetto agli ultimi cinque anni, un circolo vizioso innescato dal clima imprevedibile, al quale si è aggiunta la mancanza di denaro per comprare sementi ed attrezzi e la diminuzione della manodopera agricola, decimata dall’Aids, così ultimi due anni molta terra è rimasta incoltivata. Per questo la Fao raccomanda anche la diversificazione delle colture e la promozione di coltivazioni più resistenti e tolleranti alla siccità.

Il rapporto Fao/Pam fa notare come «l’epidemia di Aids, con un tasso d’infezione che nel paese è stimato al 31%, stia compromettendo le risorse economiche del Lesotho, con la conseguenza visibile di mancanza di manodopera nelle aree rurali. La preoccupazione maggiore, tuttavia, rimane secondo il rapporto la perdita di potere d’acquisto dovuto al vertiginoso aumento del prezzo del mais. I prezzi del mais bianco in Sudafrica, il principale fornitore nella regione, sono triplicati negli ultimi due anni, e sono al momento più alti del 50% rispetto ad un anno fa». Un rialzo dovuto anche alla produzione di biocarburanti.

Per Henri Josserand, responsabile del sistema mondiale d’informazione e di allerta precoce della Fao, «è di vitale importanza che siano disponibili sementi, fertilizzanti e accesso al credito in tempo per la prossima stagione produttiva, per dare al Lesotho l’opportunità di migliorare la produzione complessiva nel 2008, condizioni climatiche permettendo».

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