[12/06/2007] Rifiuti

Cantoni (Arpat): La mancata revisione del testo unico produce costi spesso ignorati

LIVORNO. E’ un anno che è stato annunciato che il testo unico ambientale sarà rivisto. Per soprammercato il presidente della commissione Turroni ha osservato Tempo fa anche a greenreport che tale testo non va applicato, mentre intanto è stato introdotto un inasprimento delle pene per chi non ottempera alla legge: il ddl già approvato dal consiglio dei ministri deve ora essere approvato in Parlamento, ma per capire quali sono le problematiche che attraversa un organo di controllo in presenza di questa ormai purtroppo acclarata confusione giuridico normativa e di una contemporanea volontà di inasprimento delle pene, abbiamo girato la questione al direttore dell’Arpat Sonia Cantoni.

«In merito alla proposta sulla modifica del codice penale e ai rapporti con la normativa ambientale - spiega - non può che essere giudicata positivamente una norma che nel riconoscere i delitti ambientali ha come obiettivo quello di tutelare l’ambiente come bene di rilevanza costituzionale, di porre a disposizione del sistema giudiziario strumenti più incisivi, da tempo richiesti dalle diverse autorità giudiziarie, per contrastare attività illecite e malavitose e che si pone anche come deterrente e quindi dovrebbe incentivare comportamenti più virtuosi. Tuttavia le nuove norme non possono assolutamente prescindere da un quadro normativo, non solo certo sotto il profilo della effettiva vigenza, ma anche sotto quello dei relativi contenuti e dei tempi».

Prescindendo dagli aspetti sanzionatori delle diverse norme di settore, per le quali forse è auspicabile una rivalutazione alla luce di un quadro di riferimento legislativo in mutazione, per Sonia Cantoni i contenuti tecnici delle norme, soprattutto di alcuni settori, richiedono forme e modalità di interpretazione e diffusione più certi e capillari.
«Oltre che più attenzione in fase di emanazione - prosegue il direttore di Arpat - dovranno essere oggetto di emanazione linee guida tecniche e trovare chiarezza interpretativa, correttamente motivata (che quindi valorizzi la partecipazione nel momento della formazione della norma ma non ricorra - poi nel momento dell’applicazione - a scorciatoie o adattamenti ad personam) da parte di enti effettivamente legittimati a ciò (ministero Ambiente) o Agenzie (Apat), per tutti gli aspetti che necessariamente accompagnano la trasposizione di norme generali ai casi pratici».

Ancora, l’accessibilità a tali documenti è determinante secondo l´Arpat: per la diffusione e la condivisione, è opportuno ed auspicabile ricorrere a forme di partecipazione e strumenti trasparenti e accessibili a tutti.
Infine risulta sostanziale la tempistica di recepimento (il recepimento di direttive comunitarie dopo che sono già scaduti i tempi difficilmente rende possibile i percorsi sopraindicati) e poi quella di attuazione, senza il ricorso alle continue proroghe.

«E’ evidente la difficoltà di rispettare questi “buoni propositi” - aggiunge Sonia Cantoni - lì dove correttamente, si voglia rendere onore al sacrosanto principio della partecipazione di tutti i soggetti interessati, alla definizione delle norme.
L’inasprimento delle pene, in uno scenario che non è però, quello attuale, potrà preoccupare solo coloro che intenzionalmente vogliono offendere l’ambiente.

Per quanto riguarda il Testo unico ed i suoi effetti su chi deve controllare, come fa Arpat, Sonia Cantoni ammette che «effettivamente il quadro normativo, certo e definito, auspicato sopra non è esaurito dal TU. E peraltro nonostante i correttivi annunciati, fino a quando questi non saranno emanati, è vigente il testo attuale del TU. Non altrettanto può dirsi per i decreti attuativi (sono stati dichiarati privi di effetto)».

Gli effetti sugli organi di controllo vengono così sintetizzati dal direttore dell´Arpat: «In primo luogo una minore efficienza dell’Agenzia e della pubblica amministrazione in generale poiché il sistema si presenta tutt’altro che “lubrificato”. Si rendono necessarie continue riletture, interpretazioni ed adattamenti di norme complesse. Questi sono costi – ad oggi non valutati – della pubblica amministrazione. Nei momenti valutativi - conclude la Cantoni - noi prendiamo a riferimento per i settori più delicati (rifiuti e bonifiche), anche i contenuti delle proposte di modifica attualmente in discussione. Il rischio può essere quello di una lettura restrittiva ma, in un terreno così paludoso, è preferibile per l’agenzia e l’utenza».

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