[11/06/2007] Trasporti

Tav, conto alla rovescia tra tanti dubbi

LIVORNO. Conto alla rovescia sulla decisione finale riguardo alla tratta italiana della Tav Torino Lione. E’ prevista per dopodomani la riunione del tavolo politico di Palazzo Chigi, in cui verrà presentato il lavoro svolto in questi mesi dall´osservatorio tecnico incaricato di valutare percorsi alternativi a quello inizialmente previsto con la galleria in val Venaus e che ha provocato proteste da parte di tutta la comunità della Val di Susa.

Alla riunione saranno presenti oltre a mezzo governo, anche gli enti locali con la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e i sindaci delle valli coinvolte: la Val di Susa e la val Sangone. Il documento finale che dovrebbe uscire dalla riunione di palazzo Chigi dovrebbe servire all´Italia per presentarsi il 20 luglio a Bruxelles con un dossier credibile sul collegamento veloce verso la Francia e quindi aggiudicarsi il finanziamento per realizzare l’opera. E mentre si lavora sul testo finale del documento, il ministro dell´Economia, Tommaso Padoa Schioppa lascia trasparire una nota di ottimismo: «Entro fine giugno – ha risposto ieri sera ad una intervista al direttore del Tg1 - prenderemo la decisione. E sono convito che la Tav passerà al di qua delle Alpi».

Nel lavoro svolto dall’osservatorio tecnico, i punti fermi dovrebbero essere almeno quattro; ovvero la galleria di base dovrebbe essere accorciata sul versante italiano e non uscire più a Venaus, teatro degli scontri di due anni fa con polizia e carabinieri e che presentava oltre ai problemi ambientali anche le difficoltà tecniche per la presenza di amianto. Gran parte del tracciato in val di Susa dovrebbe seguire l´attuale linea, e i quattro binari dovrebbero essere interrati per consentire di ridisegnare i piani regolatori dei molti centri abitati oggi attraversati. Infine nella parte finale verso Torino la linea dovrebbe giungere in val Sangone per arrivare all´interporto merci di Orbassano.
Una soluzione radicalmente diversa da quella originaria sul versante italiano, ma che non modificano in modo significativo gli accordi presi nel 2001 con i francesi.

Su quali saranno però i cambiamenti di tracciato ancora le ipotesi sono diverse e «sarà la politica ad avere l´ultima parola, durante il tavolo convocato per mercoledì 13 a Roma con i ministri Alessandro Bianchi, Antonio Di Pietro e il sottosegretario Enrico Letta» ha dichiarato stamani l´amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, durante la conferenza stampa a Milano per presentare il nuovo Eurostar che collegherà Genova al capoluogo lombardo. Ammettendo che ci sono ancora più ipotesi di tracciato e che sarà la politica a decidere quale di essi portare avanti.

E che il progetto che verrà presentato dall’osservatorio non sia in realtà ancora quello definitivo, lo aveva detto anche il presidente della comunità montana Bassa Val Susa, Antonio Ferrentino, leader della protesta NoTav. «L´attuale progetto, è solo un´ipotesi, un avan-progetto con il suo studio d´impatto ambientale. Niente da spartire con i definitivi. La stessa Rfi dice che per un progetto completo ci vorrebbero 5 anni, mentre per il concorso ai fondi il governo dovrà rispondere entro il 20 luglio. Cosa farà? Chiederà una moratoria, presenterà un’ipotesi? Tutto è possibile».

Questo si legge da un suo articolo pubblicato su Liberazione e presente sul sito del comitato NoTav. E conclude ribadendo quella che da sempre è l’ alternativa che dal comitato viene presentata: «Se ci fosse una reale volontà di politiche trasportistiche si partirebbe oggi, subito, dalle infrastrutture esistenti che garantiscono 20-30 anni di sviluppo, iniziando quella integrazione tra trasporto via gomma e via ferrovia che necessita di certezze di partenze e arrivi, di logistica ben concepita, invece che di velocità, che i valsusini chiedono da sempre». E che non sono solo in Val di Susa a chiedere.

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