[11/06/2007] Energia

Legambiente: «Chi propone moratorie è contro l´eolico»

LIVORNO. Mentre in Toscana il dibattito sull’eolico è ancora ben lontano da trovare una sintesi - e c’è chi chiede persino (Italia Nostra e Lipu) una moratoria - dal resto dell’Europa continuano ad arrivare notizie più confortanti. Il mercato dell’eolico sta attirando nuovi grossi operatori anche estranei al settore, come quelli dell’edilizia. Lo rileva uno studio condotto per l’Ewea, l´industria europea dell´energia eolica.

Tra questi imprenditori, manco a dirlo, in testa ci sono gli spagnoli con la Compagnia Acciona. Specializzata nel settore immobiliare, nel 2003 si è orientata verso l´eolico acquistando un gruppo di grande successo nello sviluppo di parchi eolici: l´Ehn (Energia Hidroelectrica de Navarra). Dietro Acciona il gruppo più importante a livello europeo per lo sviluppo dei progetti eolici è Gamesa Energia.

Legambiente intanto continua senza tregua la sua attività di sensibilizzazione di amministrazioni pubbliche e cittadini sui vantaggi di sfruttare un’energia, pulita e rinnovabile, come quella appunto del vento. Come ha fatto sabato a Riparbella. «Chi propone moratorie è contro l’eolico - ha ribadito il presidente dell’associazione in Toscana Piero Baronti -. La moratoria è una maschera per nascondere l’opposizione ideologica all’eolico. È paradossale che dopo i due referendum, a Montescudaio e Monteverdi, che hanno visto l’alta partecipazione e la schiacciante vittoria dei sì, ci sia qualcuno che propone la moratoria dell’eolico».

Baronti, come riporta il Tirreno di ieri, ha poi puntualizzato che «I comitati contro l’eolico, quelli cosiddetti per un eolico sostenibile, Italia Nostra e Lipu, dopo aver subito una batosta dai referendum, propongono moratorie come se i referendum li avessero vinti loro; paventano ripercussioni estreme sull’ambiente, come se l’avanzare degli effetti dovuti al riscaldamento globale, e quindi all’uso crescente di energia da fonti fossili non fossero una vera e minaccia, per il paesaggio e le specie viventi. Il ricorso all’energia rinnovabile può invece abbassare la febbre del pianeta e proteggere clima ed ecosistema. L’eolico può essere inserito nel paesaggio attraverso un’attenta pianificazione, evitando le aree di maggior pregio ambientale e paesaggistico».

E lo scenario italiano non è diverso da quello toscano. L’eolico fa fatica a prender piede, ma il problema è – più in generale – quello che nulla o quasi sembra cambiare nonostante gli innumerevoli allarmi e appelli sul global warming provenienti oramai da ogni dove. Non c’è giorno che non se ne parli, ma poi come qualcuno va a proporre un impianto anche fotovoltaico, rischia di trovarsi un comitato o un’amministrazione ( e più spesso tutt´e due insieme) che si oppone per questo o per quell’altro motivo. Che vanno da chi è contrario in assoluto, a chi......"va bene ma un po’ più in là". Sempre parlando a nome di una generica opinione pubblica. Che poi magari, dopo un referendum o un’elezione politica, sembra avere altre idee, ma questo non conta…

Lo sport nazionale pare essere purtroppo quello di fissare, al termine di lunghissime procedure burocratiche, obiettivi vincolanti e assai ambiziosi - come quelli della percentuale di sfruttamento delle energie rinnovabili – per poi non riuscire praticamente mai a raggiungerli. E i motivi vanno ricercati principalmente nell’incapacità cronica di prendere decisioni cogenti. Intanto gli altri Paesi dell’Ue almeno si organizzano e così in Italia non si riesce neanche a cogliere al volo le opportunità di mercato che si presentano, come le tecnologie applicate all’ambiente. In una cosa, però, ci eleviamo dalla media: nel 2006 siamo stati capaci di organizzare 250 convegni al giorno (Sole24Ore di oggi). Ameno nelle parole, dunque, siamo i numeri uno.

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