[07/06/2007] Energia

Clini al G8: «Le bionergie per decarbonizzare il pianeta»

BRUXELLES. Secondo il direttore generale del ministero dell’ambiente Corrado Clini, «lo sviluppo delle bioenergie rappresenta la risposta più immediata e disponibile per ridurre le emissioni di carbonio a breve termine, per preparare la “decarbonizzazione” dell’economia globale a lungo termine, per sostenere la crescita economica dei paesi in via di sviluppo. Le bioenergie sono già una alternativa concreta ai combustibili fossili, e nello stesso tempo – come dimostra l’esperienza del Brasile – possono essere il “motore” dello sviluppo delle aree più povere del pianeta»

Clini, che nel 2000-2001 aveva coordinato la Task Force del G8 sulle fonti rinnovabili, presiede oggi la Global Bioenergy Partnership, istituita nel 2005 dal vertice G8+5 (Brasile, Cina, India, Messico,SudAfrica) di GleanEagles nell’ambito del “Piano di azione per le energie pulite”.
Alla Partnership, partecipano, oltre i paesi G8+5, Indonesia, Malaysia, Olanda, Tanzania, Svezia, le Agenzie delle Nazioni Unite Unep, Undp, Unctad, Fao, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la Banca Mondiale, il World Renewable Energy Council. La FAO svolge la funzione di segretariato della Partnership.

«E’ evidente - ha aggiunto Clini, presentando i risultati del proprio lavoro al vertice odierno del G8 - che lo sviluppo delle bioenergie a livello globale sfida l’economia delle fonti fossili, e del petrolio in particolare. »
E’ per questo che ieri il segretario generale dell’OPEC, Abballa El Badri, ha minacciato di ridurre gli investimenti nel settore petrolifero e di aumentare il prezzo del petrolio se i paesi del gruppo G8+5 confermeranno il loro impegno per le bioenergie.
«La reazione dell’OPEC dimostra che siamo sulla buona strada», ha concluso Clini.

La Partnership è impegnata a definire il quadro internazionale di riferimento delle procedure tecniche e delle regole per assicurare che la produzione delle bioenergie sia compatibile con la protezione della biodiversità e delle risorse naturali, non sia in competizione con la produzione di cibo, non determini effetti negativi per i paesi in via di sviluppo attraverso le regole del commercio internazionale.

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