[07/06/2007] Aria

Il G8 sul clima, tra bushismi e speranze di accordo

LIVORNO. Nonostante tutto, il cancelliere tedesco Angela Merkel sfoggia ancora ottimismo: il vertice del G8 ha «una base di buone probabilità» di individuare una protezione comune sulla protezione del clima, dopo la riunioni bilaterali con Bush ed altri capi di stato e di governo, la Merkel ha detto che l´atmosfera era «molto costruttiva», più probabilmente considera già un successo il fatto che nessuno dei partecipanti al G8 metta più in discussione la relazione tra emissioni di gas serra e il cambiamento climatico e che di questo problema se ne dovrà sicuramente occupare l’Onu. Forse è qualcosa, ma non certo molto, visto che tutti i paesi del G8, ad esclusione degli Usa aderiscono al Protocollo di Kyoto che terminerà nel 2012 e che si sono impegnati a ridurre i gas serra in media del 5,2% entro quella scadenza.

L’attenzione sembra infatti spostata su un accordo per il dopo 2012 da estendere anche ai più grandi inquinatori del pianeta che non hanno ratificato il protocollo de Kyoto, ad iniziare dagli Usa, dalla Cina e dall’India.

Il presidente Bush ha detto alla Merkel: «vengo con un forte desiderio di lavorare con voi ad un accordo sul post-Kyoto e su come possiamo realizzare obiettivi importanti. Uno, naturalmente, è la riduzione dei gas serra. Un altro è di diventare più indipendenti dal punto di vista energetico, nel nostro caso, dal petrolio greggio delle parti del mondo in cui abbiamo alcuni amici ed a volte non abbiamo amici. Abbiamo buone possibilità di dividere le nostre tecnologie con il mondo in via di sviluppo per assicurare che siamo buoni amministratori dell´ambiente»

Anche il primo ministro giapponese Abe, che aveva detto di voler ridurre di almeno il 50% le emissioni dei gas serra entro il 2050, dopo un colloquio con Bush sembra aver fatto una rapida marcia indietro, chiedendo una nuova struttura di riduzione delle emissioni rispetto all’attuale Protocollo di Kyoto.

Dopo il colloquio con Abe, rispondendo alle domande dei giornalisti, Bush è sembrato leggermente confuso e se ne è uscito con un altro di quelli che ormai vengono definiti “bushismi”: «abbiamo avuto una vasta discussione sull’energia e i cambiamenti climatici – ha detto - Ho ricordato al primo ministro che il suo grande Paese e la grande economia condurrà la strada per sviluppare tecnologie che ci permetteranno di essere, cambiare le nostre abitudini energetiche e allo stesso tempo essere buoni amministratori dell’ambiente»

Comunque, padronanza di linguaggio o meno, Bush ha risposto chiarissimamente picche alla richiesta della Germania di inserire nel documento finale del G8 un qualche impegno su come ripartire i tagli di emissioni di qui al 2050. A fare da pontiere sembra essere rimasto Tony Balir, l’ormai quasi ex primo ministro inglese che, pur con le valige in mano, sta provando a trovare un compromesso che coinvolga anche America e Cina in un accordo globale per una riduzione notevole delle emissioni di gas serra.

Il premier italiano Romano Prodi è soddifatto per l´intesa raggiunta dagli otto grandi sul clima. «Abbiamo raggiunto un buon compromesso - dice - con un documento che si impegna ad assumere una azione più forte e rapida per contrastare i cambiamenti climatici e stabilizzare le concentrazioni di gas serra ad un livello che dovrebbe prevenire interferenze pericolose per la salute dell´uomo e del clima».

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